Stadio Roma, Daniele Frongia indagato per corruzione? Lui: “Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Marzo 2019 - 16:19| Aggiornato il 22 Marzo 2019 OLTRE 6 MESI FA
Stadio Roma, anche l'assessore allo Sport Daniele Frongia indagato

Stadio Roma, anche l’assessore allo Sport Daniele Frongia indagato

ROMA – L’Ansa scrive che c’è anche l’assessore capitolino allo Sport Daniele Frongia tra gli indagati per presunta corruzione nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Il suo nome compare in un interrogatorio reso mesi fa dall’imprenditore Luca Parnasi. Frongia, già vicesindaco di Roma e fedelissimo della sindaca Virginia Raggi, sarebbe coinvolto nel filone principale dell’inchiesta che ha portato in carcere l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone e lo stesso Parnasi.

Appresa la notizia, Frongia si è affrettato a chiarire: “Ho appreso di essere coinvolto nell’indagine Rinascimento del 2017, per la quale non ho mai ricevuto alcuna comunicazione, elezione di domicilio o avviso di garanzia. A seguito di informazioni assunte presso la procura, il procedimento a mio carico trarrebbe origine dall’interrogatorio di Parnasi del 20 settembre 2018, già uscito all’epoca sui giornali, in cui lo stesso sottolineava più volte di non aver mai chiesto né ottenuto favori dal sottoscritto. Con il rispetto dovuto alla magistratura inquirente, avendo la certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell’imminente archiviazione del procedimento risalente al 2017”.

Le indagini sullo stadio della Roma sono solo l’ultima tegola giudiziaria a finire sul Campidoglio. Dopo l’inchiesta sulle nomine che ha decapitato parte del Raggio magico, ovvero fedelissimi della sindaca come Raffaele Marra e Salvatore Romeo (quest’ultimo archiviato), le indagini su quello che doveva essere il gioiello eco sostenibile della giunta e dello Sport capitolino hanno non solo impantanato il progetto ma complicato nuovamente la situazione politica della Capitale.

Prima di Marcello De Vito, presidente d’Aula, era finito in carcere un altro fedelissimo come l’avvocato Luca Lanzalone, già presidente di Acea e da pochi giorni fuori anche dal Cda della multiutility capitolina. Il processo all’ormai ex superconsulente del Comune inizierà il 5 marzo, la procura ha infatti chiesto e ottenuto il rito immediato anche per il collega di studio di Lanzalone, l’avvocato Luciano Costantini e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, istituto previdenza dei dipendenti del Campidoglio. Lanzalone è il primo a finire in un’aula di Tribunale nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio.

A rischiare il processo anche altri venti, tutti accusati di fare parte di un sistema che gravitava intorno al progetto che dovrebbe sorgere alle porte della Capitale, nella zona di Tor di Valle. Tra questi l’imprenditore Luca Parnasi che, sempre secondo l’accusa, avrebbe cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all’abbattimento del 50% delle cubature rispetto all’ipotesi iniziale.

Con il costruttore rischiano di andare a processo per vari profili, anche l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Adriano Palozzi, l’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. (fonte: Ansa)