Manovra. Le vittime di Tremonti e Calderoli sono gli enti locali

Pubblicato il 9 Agosto 2011 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I ministri Roberto Calderoli e Giulio Tremonti sono ora all’opera per trovare i 20 miliardi necessari al pareggio del bilancio dello stato, che dovrà essere anticipato al 2013. Un compito non facile per i due ministri, dove le misure che interesseranno pensioni, Iva e fabbisogno pubblico non saranno sufficienti a compensare il debito statale. Il primo problema che i ministri di competenza dovranno risolvere riguarda gli enti locali come Regioni, Comuni e Province a cui saranno richiesti sacrifici onerosi per il prossimo 2012, e varare un decreto legge per anticipare le misure necessarie al momento trova ostacolo nel calendario parlamentare, dato che domani Camera e Senato chiuderanno per le vacanze estive.

I tagli alle pensioni e la riforma della previdenza sembrano comunque essere i principali candidati dei tagli, ma un decreto su tali argomenti potrà essere accettato dai sindacati, e soprattutto dai cittadini, solo a fronte di un impegno serio dei politici, che dovrebbe dare l’esempio tagliando i costi della politica e delle strutture burocratiche dello Stato. Risanare il debito comporterà anche una revisione del Fisco, della tassazione delle rendite e dei grandi patrimoni ed un aumento dell’Iva, quest’ultima una misura che rischia di aumentare l’inflazione e ridurre il potere d’acquisto dei cittadini, segnando così un pareggio del bilancio per lo Stato, ma un ennesimo blocco alla ripresa dell’economia del paese.

La Costituzione dovrà inoltre essere modificata e ciò al momento sembra essere il compito meno arduo, con due proposte di legge che saranno presentate dal governo: la prima propone la modifica dell’articolo 41, quello sulla libertà d’impresa, e dell’articolo 81, che prevede espressamente il vincolo di pareggio in bilancio. Le tracce dei testi di legge sono state già redatte e saranno approfondite e riviste nella riunione dei ministri di questa settimana. La seconda proposta di legge riguarda la riforma dell’assetto istituzionale dello stato, ovvero la sospirata e tanto annunciata riduzione dei parlamentari e la trasformazione del Senato in un organismo di rappresentanza federale.