Udc: "Vietare le slot machine vicino alle scuole"

Pubblicato il 23 Aprile 2012 - 19:21 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 23 APR – Due progetti di legge elaborati dal consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia Edoardo Sasco, uno nazionale e uno regionale contro la dipendenza da gioco d'azzardo patologico e per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito. Queste le due proposte parallele, una indirizzata alla Camera e l'altra da depositare nei consigli regionali di tutta Italia, che i consiglieri regionali Udc hanno promosso, su iniziativa del consigliere dell'Emilia Romagna Silvia Noe', per contrastare il sempre piu' preoccupante diffondersi di patologie legate a questa attivita'.

La prima – informa l'Udc – chiede alle Camere, attraverso una modifica dell'articolo 110 del Regio Decreto sulla pubblica sicurezza, l'introduzione del ''divieto di installazione dei sistemi di gioco d'azzardo elettronico (le cosiddette slot-machine) nei luoghi pubblici, punendo chi le distribuisce, le installa o ne consente l'uso con una sanzione pecuniaria da 1.000 a 6.000 euro per ogni apparecchio, disponendo inoltre la confisca e la distruzione degli apparecchi gia' esistenti''.

''A livello individuale – spiega la relazione introduttiva – si vuole porre rimedio ai gravi effetti che l'assuefazione di queste forme di gioco d'azzardo produce, che per la loro ripetitivita' rischiano di alienare dalla realta'''. ''A livello collettivo – prosegue la relazione – intervenire sulla creazione di ambienti che instaurano legami con la criminalita' organizzata, ormai impossessatasi della gestione di questa proficua attivita', che genera richiesta di liquidita' poi facile preda dell'usura''.

La seconda proposta di legge, che verra' depositata in ogni Regione, disciplina invece il settore allo scopo di ''promuovere un accesso consapevole, misurato e responsabile al gioco lecito''. ''Non e' ammessa – si legge nell'articolo 2 – l'apertura di sale giochi in un raggio di trecento metri da scuole, centri giovanili, strutture che operano in ambito sanitario o socio-assistenziale ed e' vietata ogni pubblicita' sulla loro apertura ed esercizio''. La pena varia ''tra i 500 e i 3000 euro'', che confluiscono in un apposito fondo per finanziare ''la formazione dei gestori, la divulgazione di campagne di sensibilizzazione e di materiale informativo, i progetti di volontariato per il sostegno e il reinserimento di persone con problemi correlati al gioco''.