Vendola: “Veltroni è di destra”. Lui: “Sono di sinistra, si scusi”

Pubblicato il 29 Febbraio 2012 - 08:29 OLTRE 6 MESI FA

Walter Veltroni (LaPresse)

ROMA – Sara’ pure finito il tempo delle ideologie ma che cosa e’ di destra o di sinistra fa ancora discutere a sinistra. Walter Veltroni convoca, per la prima da quando ha lasciato la guida del Pd, una conferenza stampa per indignarsi contro l’etichetta di rappresentante di ”una destra colta e con il loden”, cucitagli addosso dall’ex compagno Nichi Vendola per le posizioni espresse sull’art.18 e sul governo Monti. ”La sinistra e’ la ragione della mia vita, Nichi si scusi”, si sfoga l’ex leader Pd che ottiene l’appoggio del vertice del partito dopo settimane di freddezza.

Veltroni ammette di non avere ”titoli” per fare una conferenza stampa, in quanto non e’ a capo del Pd, ma ritiene di porre una questione che investe tutto il suo partito. ”E’ un vizio pericoloso – attacca – accusare di tradimento chi la pensa diversamente. Spero che a Vendola queste parole, questa violenza di giudizio, siano sfuggite, che non ci sia un’intenzione politica perche’ se veramente pensa che la mia posizione, che e’ in linea a quella del Pd, e’ di destra, allora c’e’ un problema”.

Nelle parole del governatore pugliese, Veltroni vede un vizio antico, ”filosovietico” lo definisce. ”Per una certa sinistra e’ traditore chi ha idee diverse magari anticipatrici, successe a Berlinguer, a Lama, a Trentin. C’e’ sempre chi ti dice che cosa e’ piu’ di sinistra”. E ricorda la vignetta in cui Forattini ritrasse Berlinguer in pantofole, nella sua poltrona, sorseggiando un te’ mentre fuori, era il 1977, si svolgeva il corteo dei metalmeccanici. ”Eppure – incalza – nel ’98 io non accusai di essere di destra quelli di Rifondazione che, ad uno ad uno, votarono per far cadere Prodi”.

Vendola non reagisce ma la reazione dell’ex diessino Fabio Mussi, ora in Sel, non lascia molto spazio alle scuse. ”Le etichette – reagisce l’ex ministro – le hanno sempre messe a noi. Ritenere di destra l’ormai lungo e sistematico smantellamento del diritto del lavoro e’ un giudizio di merito sul quale occorre discutere”. Mussi si spinge oltre ed insinua che Veltroni, attaccando Vendola, voglia ”parlare a nuora”, ovvero avvertire il Pd. Veltroni in realta’, in conferenza stampa, nega che nel suo partito si arrivi a bollare come di destra le sue posizioni ”anche perche’ sull’art.18 ho detto anche meno di Bersani”.

E oggi da tutti, dal capo della segreteria Maurizio Migliavacca a Massimo D’Alema, arriva la difesa dell’ex leader. Ma e’ ancora fresca la polemica, sempre a causa della stessa intervista, tra i veltroniani e il responsabile economico Stefano Fassina che defini’ la posizione di Veltroni sull’art.18 ”piu’ vicina alle proposte del centrodestra”. Distanze che, sotto sotto, alludono al grado di appoggio al governo che per Veltroni e’ totale visto che ”in alcune sfide sta facendo meglio dei governi di centrosinistra”.