Vespa scrive a Feltri: “Casa mia? Balducci non c’entra”

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

Bruno Vespa

La querelle Vespa-Feltri è al suo atto terzo e il conduttore di Porta a Porta insiste che con la cricca non ha nulla a che fare, casa compresa. In una lettera al quotidiano “Il Giornale” scrive: «Casa mia è stata fotografata in lungo e in largo, vi sono venute decine di persone e tutte ne conoscono la storia, anche per via del «dibattito» con mia moglie di cui dirò tra poco. E Balducci non c’entra niente, a nessun titolo». Per quell’appartamento vicino Trinità dei Monti dice di pagare 10 mila euro al mese, senza sconti. Stessa cosa, a detta sua, anche per i lavori interni di ristrutturazione: «Mi sono costati oltre mezzo milione di euro, per l’esattezza 531.867,12, Iva compresa. Tutti fatturati, tutti a mio completo carico e fatti da imprese che nulla hanno a che vedere con la Cricca».

Se leggere il suo nome nella lista Anemone non gli è piaciuto, Bruno Vespa ora se la prende con l’approfondimento di Marco Cocchi sulla sua casa in affitto dagli amici di Angelo Balducci, ex numero due della Protezione civile di Guido Bertolaso. Giura di non averci mai scambiato una parola.  Il giornalista assicura che non era nelle grazie di nessuno e spiega la sua versione dei fatti: «Dopo il giubileo del 2000 dissi al Cardinale Crescenzio Sepe, allora prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che pur occupando una grande casa di proprietà nel bel quartiere di Prati, avrei gradito sapere se si fosse liberato in centro qualche appartamento con una terrazza, tra i tanti di proprietà della Congregazione».

Poi Vespa però fa riferimento a una fortunata telefonata: «Nella primavera del 2005 il mio studio ricevette una telefonata dal presidente dell’ospedale Bambino Gesù(…) Il presidente era Francesco Silvano (…) mi disse di essere «consultore» della Congregazione, era uomo di fiducia di Sepe e mi comunicò che a Trinità dei Monti si era liberato un appartamento con una bella terrazza dopo la morte – a 95 anni – dell’inquilina che l’aveva occupato per mezzo secolo insieme con il marito, deceduto anche lui da tempo».