Aids e preservativi/ Francia e Germania all’attacco del papa

Pubblicato il 18 Marzo 2009 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA

«La Francia – ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier – esprime fortissima preoccupazione davanti alle conseguenze di queste frasi di Benedetto XVI». «Se non spetta a noi dare un giudizio sulla dottrina della Chiesa – ha aggiunto – riteniamo che frasi del genere mettano in pericolo le politiche di sanità pubblica e gli imperativi di protezione della vita umana».

Questa la reazione di Parigi alle opinioni rese note dal papa prima della sua attuale visita in Africa, a proposito dell’inutilità dell’uso del preservativo per combattere l’Aids.

Parole dure anche dalla Germania. In un comunicato stampa congiunto i ministri della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno spiegato che «i preservativi giocano un ruolo decisivo» nella lotta all’Aids.

«I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti» precisa il testo. «Una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l’accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l’impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile», conclude il comunicato.

Anche il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids, Michel Kazatchikine, ha espresso la sua profonda indignazione a Radio France Inter. “Queste parole sono inaccettabili. È una negazione dell’epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile”, ha commentato, concludendo “Chiedo che queste parole vengano ritirate, in modo chiaro”.

A differenza di Francia e Germania l’Italia, attraverso il ministro degli Esteri Franco Frattini, ha detto «di non voler commentare le parole del Papa».

Poco dopo le critiche di Francia e Germania, il Vaticano ha confermato la posizione della Chiesa sull’uso dei preservativi contro l’Aids. «La Chiesa – si legge infatti in una nota della Santa Sede – concentra il suo impegno non ritenendo che puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione di preservativi sia in realtà la via migliore».