Pedro Pascual, un antenato in comune per Peron e Borges

Pubblicato il 20 Settembre 2011 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA

BUENOS AIRES, 20 SEP – Il generale Juan Domingo Peron e l’intellettuale Jorge Luis Borges: grandi nemici in vita, ma uniti da un vincolo di sangue.

A provare l’inedita discendenza comune è un saggio di prossima uscita nelle librerie argentine, dal titolo ‘‘Eva Duarte y Juan Peron. La cuna materna” scritto da Ignacio Martin Cloppet e pubblicato da Alfar Editora, di cui il quotidiano ”Clarin” offre alcune anticipazioni.

Borges contro Peron; Peron contro Borges: la loro vita fu segnata da un antagonismo viscerale, tanto che quando il generale prese il potere nel 1946, Borges fu informato di essere stato sollevato dal suo incarico alla biblioteca ”Miguel Cane”’ e di averne ricevuto uno come ”controllore del pollame e dei conigli al mercato municipale di Buenos Aires”. Mentre è dell’ironico intellettuale l’intramontabile massima: ”I peronisti non sono né buoni né cattivi, sono incorreggibili”.

Ma se i due hanno rappresentato mondi diametralmente opposti nel loro intendere la vita del Paese, nel lavoro scritto dall’avvocato Ignacio Martin Cloppet si scoprono accomunati da un antenato che risale al diciottesimo secolo, un conquistatore spagnolo, il Maestro di campo Pedro Pascual de Acevedo, uno dei primi abitanti di Rosario, città a nord del Paese, a circa 300 chilometri dalla capitale.

De Acevedo, ricco proprietario terriero e uomo d’armi, partecipò a varie incursioni contro gli indios che saccheggiavano le fattorie dell’area di Santa Fé e si sposò tre volte. Dal ramo del matrimonio con la prima moglie Estefania de Obelar, celebrato nel 1719, discenderebbe Juan Domingo Peron, mentre da quello derivato dalle seconde nozze con Tomasa Benitez, proprio Borges.

Della sua discendenza farebbe inoltre parte il presidente (1910-14) Roque Saenz Pena. E sembra che lo scrittore, che sapeva di essere pronipote di Acevedo, avesse temuto una qualche forma di parentela con Peron. In un passaggio del libro di Cloppet, si riporta infatti che l’autore dell”’Aleph” avesse detto al nipote Miguel de Torre Borges – che stava conducendo alcune indagini genealogiche – di ”non scuotere troppo l’albero”, perché ”non vorrei venisse fuori che siamo parenti di Peron”.