Azovstal si svuota, la guerra perde un po’ di odio. Zelensky ordina la resa, Putin gli permette di avere “eroi vivi”

Azvostal si svuota, i soldati ucraini si consegnano ai russi, Zalenski ha accettato di dare l'ordine di resa. E Putin permette agli ucraini di avere "eroi vivi" da riportare in patria con scambio prigionieri. Se alla Azovstal finisce davvero così, la guerra continua. Pesante come prima, ma con un po' di odio in meno.

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Maggio 2022 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
Azovstal si svuota, la guerra perde un po' di odio. Zelensky ordina la resa, Putin gli permette di avere "eroi vivi"

Azovstal si svuota, la guerra perde un po’ di odio. Zelensky ordina la resa, Putin gli permette di avere “eroi vivi”

Azovstal, l’acciaieria insieme bunker e macello di soldati ucraini, lentamente si svuota. Escono, hanno avuto l’ordine di uscire. Uscire, sostanzialmente accettare di arrendersi. Arrendersi dopo 82 giorni di guerra, la gran parte di questi a resistere come militarmente non era immaginabile. Stanno uscendo in queste ore gli uomini del battaglione Azov e quelli dei marines ucraini. Quelli che sono sopravvissuti. Stanno uscendo, sono usciti i feriti, quelli che non potevano più combattere. E stanno uscendo anche i non feriti perché è una resa concordata e no solo un’operazione umanitaria per i feriti. Ci sono le immagini, si vedono quelli della Azovstal salire sui bus dopo essere usciti. Forse già 200, forse più, nessuno può ora sapere con precisione. Ce ne sono ancora a centinaia dentro la Azovstal, se non accade qualcosa, se non si rompe qualcosa nell’accordo, continueranno ad uscire tutti e Azovstal alla fine sarà vuota.

Fuori vanno da prigionieri

Vanno sui bus quelli della Azovstal, poi i bus vanno verso zone (e ospedali) del Donbass controllato dai russi. I soldati ucraini che hanno accettato la resa alla Azovstal vanno ad essere prigionieri. L’intesa tra russi e ucraini prevederebbe poi uno scambio appunto di prigionieri: quelli della Azovstal ora in mano ai russi in cambio di soldati russi ora prigionieri degli ucraini.

Molti sospetti ma significa meno odio

Una intesa c’è. Ma ci sono anche molti sospetti possa non essere rispettata. Davvero i russi accetteranno di rimandare in Ucraina quelli della Azovstal? Davvero non vi saranno incidenti nei vari trasferimenti? Davvero i combattenti della Azov avranno salva la vita in cambio della resa? I sospetti aleggiano, se addirittura non incombono. Però un accordo c’è stato. E non tra comandanti locali sul campo. E’, a suo modo, una intesa politica, è uno scambio politico prima ancora che di prigionieri.

Scambio politico

Zelensky ha accettato di dare l’ordine di resa. Per la prima volta un reparto ucraino alza bandiera bianca, si arrende. Una soddisfazione per i russi, una soddisfazione finora negata dai fatti, dal cattivo andamento della “Operazione militare speciale”. Forse vale più della definitiva e totale presa della stessa Mariupol. Putin concede, permette in cambio a Zelenski di avere “eroi vivi” come lo stesso presidente ucraino ha definito i superstiti della Azovstal che stanno consegnandosi ai russi. Se continua così, se questo scambio regge, se Azvostal si svuota così, se non c’è il previsto bagno di sangue, la guerra continua e continua pesante. Ma con un po’, almeno un po’, di meno odio reciproco.