La famiglia di Osama bin Laden, detenuta, non potrà lasciare il Pakistan

Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA

La villa dove Osama bin Laden si è nascosto per cinque anni

ISLAMABAD, PAKISTAN – La famiglia di Osama Bin Laden, attualmente detenuta in Pakistan, non potrà lasciare il Paese fino a quando non lo consentirà una commissione governativa che sta investigando le circostanze della morte dell’ex-capo di Al Qaeda, una iniziativa che potrebbe portarla a scontrarsi con i militari.

La famiglia di bin Laden, che include 16 persone, incluse due mogli e svariati figli, è stata arrestata dalle forze di sicurezza pachistane dopo il raid dei commando americani che il 2 maggio ha scoperto il rifugio del capo terrorista uccidendolo nei pressi della città di Abbottabad, feudo dei militari.

La presa di posizione della commissione governativa contraddice quanto dichiarato a maggio dal ministero degli esteri, secondo cui le mogli di bin Laden, una yemenita e l’altra saudita, avrebbero potuto lasciare il Pakistan. Ma la commissione con i poteri conferitigli ha impedito che il ministero dell’interno e i potenti servizi segreti (ISI) dessero seguito a quanto dichiarato dal ministero degli esteri.

Un membro della commissione, l’ex-agente dell’ISI Asad Munir, ha dichiarato che ”la famiglia può fornire cruciali informazioni sulla presenza di bin Laden ad Abbottabad e altrove che potrebbero facilitare il lavoro della commissione, ed è per questo che il governo non le ha concesso di lasciare il Pakistan”. La moglie più giovane di bin Laden, Amal Ahmed Abdulfattah, dopo il rad americano ha dichiarato agli inquirenti pachistani che l’ex-capo terrorista e la sua famiglia hanno vissuto nella villa-rifugio presso Abbottabad per cinque anni.

Il governo di Islamabad ha deciso di creare la commissione investigatrice, guidata da un giudice decano, in seguito alla crescente rabbia popolare riguardo al raid americano, considerato da molti un violazione della sovranità nazionale. Il suo mandato è di accertare come bin Laden possa aver trovato rifugio in Pakistan per tanto tempo, e come hanno fatto gli americani a compiere la loro incursione senza che i militari ne sapessero nulla.

La decisione di impedire alla famiglia di bin Laden di lasciare il Paese potrebbe condurre a forti tensioni con i militari e i servizi segreti se la commissione governativa dovesse accertare che questi sono stati complici nel dare rifugio e proteggere l’ex-capo terrorista. Ma secondo gli analisti la commissione, che include un generale in pensione e un ex-abasciatore pachistano alle Nazioni Unite, difficilmente potrà ottenere risultati di rilievo senza la collaborazione degli stessi militari e dei servizi segreti, alcuni settori di essi sospettati dagli Stati Uniti di aver effettivamente aiutato bin Laden.