Donne cattoliche aspiranti sacerdote: “La Chiesa ci scomunica mentre chiude un occhio sui preti pedofili”

Pubblicato il 12 Giugno 2010 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA

Un duro attacco ai vertici della Chiesa cattolica è stato lanciato da Erin Salz Hanna, responsabile per gli Stati Uniti della Conferenza per l’ordinazione delle donne nella Chiesa cattolica, organismo internazionale da tempo radicato negli Usa, nel Regno Unito e in Germania. Parlando a Roma, Erin Salz Hanna ha detto: “Il Vaticano è felice di chiudere un occhio quando i suoi uomini distruggono le vite di bambini e famiglie, ma non esita a scomunicare le donne che, in buona coscienza, intendono profeticamente rispondere alla chiamata sacerdotale e ai bisogni delle loro comunità”.

La Women’s ordination conference ha indetto una serie di iniziative, tra le quali un sit-in in piazza S.Pietro, per sostenere la propria causa in concomitanza con le celebrazioni per la conclusione dell’Anno sacerdotale indetto da papa Ratzinger, anno segnato, fra l’altro, dagli scandali di pedofilia nella Chiesa.

Ha detto ancora Erin Salz Hanna: “L’assoluta ipocrisia della celebrazione dell’anno saerdotale mette in piena luce quello che non va oggi con la gerarchia vaticana”, un evento volto a celebrare e onorare “il sacerdozio maschile e clericale”.

Altre dirigenti del movimento hanno detto che la fine dell’evento, svolto in “un anno disastroso per la Chiesa cattolica romana”  sarà salutato nei prossimi giorni da un raduno oceanico di sacerdoti a Roma e da un intervento del Papa. In questa occasione, oltre ad inaugurare un “decennio del Popolo di Dio”, le donne del movimento affermano a gran voce che “la crisi globale in atto nella chiesa dimostra che la gerarchia clericale da sola non basta più a rappresentare la struttura e l’autorità istituzionale della Chiesa cattolica.

La Chiesa, ha aggiunto Angelica Fromm, rappresentante del movimento in Germania, ha un urgente bisogno di pastori uomini e donne per servire le nostre parrocchie. E’ il carisma che deve contare – ha concluso, non il genere”.