Gheddafi e l’affare mancato ad Antrodoco sul Wall Street Journal

Pubblicato il 14 Settembre 2011 - 14:49 OLTRE 6 MESI FA

Muammar Gheddafi (Lapresse)

RIETI – E’ finita sul Wall Street Journal, come storia emblematica degli stretti rapporti commerciali che il nostro paese aveva con Gheddafi prima della guerra, la vicenda dell’investimento di 16 milioni di euro promesso da Muammar Gheddafi in un paesino della provincia di Rieti. E’ Antrodoco, 2.800 abitanti circa,  e prima che partisse l’operazione dei “volenterosi” della Nato e dei ribelli, gli aveva fatto gola (soprattutto per le sue acque) durante un viaggio in Italia nel 2009 per l’appuntamento del G8 all’Aquila.

Il leader libico, per evitare il passaggio nelle gallerie dell’autostrada Roma-L’Aquila, considerate una trappola in caso di un attacco, aveva scelto la via Salaria e il valico di Sella di Corno per raggiungere l’Abruzzo e durante il tragitto era rimasto colpito dal paese reatino tanto da aver poi preso contatti con gli amministratori locali.

E gli scambi di telefonate e visite erano progrediti fino alla promessa da parte di Gheddafi, intenzione confermata anche da dispacci diplomatici americani rivelati da WikiLeaks, di realizzare ad Antrodoco nell’area dove sorgeva un vecchio pastificio, un hotel con Spa, beauty center e centro termale annesso e uno stabilimento di imbottigliamento per acque minerali da realizzare nei pressi della sorgente di Rocca di Corno. Il progetto era proseguito fino alla realizzazione di un accordo di programma tra gli amministratori locali e gli investitori libici. Ma lo scoppio in Libia della rivolta ed i successivi bombardamenti della Nato hanno interrotto il processo.

”L’auspicio è  che le cose evolvano nel migliore dei modi al fine di riallacciare i rapporti con la nuova classe dirigente libica  perché con quell’investimento si sarebbe costruito un hotel, che manca, e rilanciato le terme, altra cosa di cui Antrodoco ha bisogno. Insomma, a livello commerciale l’avevamo subito reputata una grande opportunità a beneficio di tutto il paese”, ha commentato Augusto Colangeli, presidente della sezione di Antrodoco di Ascom-Confcommercio di Rieti. Ma non tutto sembra perduto.

A rivelarlo è il sindaco di Antrodoco, Maurizio Faina. ”Non ci sono ancora novità e siamo essenzialmente in attesa di una pacificazione in Libia per riprendere contatti operativi con l’ambasciatore libico che sento spesso e che mi ha confermato che l’interesse per i progetti annunciati non è sfumato. Siamo inoltre stati contattati ultimamente da uno studio di progettazione di Roma che ci ha chiesto, per conto di un investitore arabo, di visionare i progetti relativi agli investimenti cui era interessato Gheddafi”.

Al momento però il piano è “sfumato”, scrive il Wall Street Journal, ma vale la pena ricordarlo per ciò che rappresenta. “L’interesse di Antrodoco per la generosità di Gheddafi è una piccola, ma significativa, finestra che fa luce sui grandi rapporti economici tra l’Italia e la sua ex colonia: una rete che generava circa 17 miliardi di dollari di rapporti commerciali annuali prima che iniziasse la guerra. Fino a poco tempo fa, politici e uomini di affari italiani maneggiavano per ottenere il sostegno di Gheddafi, che nel tempo aveva risposto con investimenti in diverse società comprese UniCredit, la Juventus e Finmeccanica. Gli affari di Gheddafi comprendono anche una partecipazione nell’operatore Retelit e in una società di produzione di film con base a Parigi e posseduta in parte anche dal primo ministro Silvio Berlusconi”.