Giovanni Lo Porto, le scuse di Obama: “Responsabilità mia”. Copasir: “Non basta”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Aprile 2015 - 16:47 OLTRE 6 MESI FA
Giovanni Lo Porto, Obama: "Mi assumo le responsabilità del blitz e mi scuso"

Barack Obama (Foto Lapresse)

WASHINGTON – “Mi assumo le responsabilità del blitz fallito e mi scuso”: il presidente americano, Barack Obama, interviene sulla notizia dell’attacco con i droni Cia ad un compound di Al Qaeda in Pakistan dello scorso gennaio. Un attacco costato la vita a due ostaggi occidentali: l’americano Warren Weinstein e l’italiano Giovanni Lo Porto. 

Obama parla di “operazione anti-terrorismo”, esprime le proprie condoglianze alla famiglia di Lo Porto e loda l’impegno del cooperante: “Riflette l’impegno nel mondo dell’Italia, nostra alleata e amica”. Poi punta sul rapporto Washington-Roma: “Oggi è un giorno in cui si rafforzano i legami tra Stati Uniti e Italia, due Paesi che condividono gli stessi valori”.

Le parole di Obama, però, non sono state accolte bene né dal Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) né dalla famiglia di Lo Porto. Giacomo Stucchi, presidente del Copasir (Lega), ha detto chiaramente che le “scuse non bastano. “Non ci accontentiamo delle scuse, ovviamente doverose, dell’amministrazione americana. Ci devono spiegare e giustificare quanto fatto durante quell’operazione”, ha detto riferendosi al blitz che ha causato l’uccisione del cooperante italiano.

Stessi toni dalla famiglia di Lo Porto. “Obama ha chiesto scusa? Grazie”: così, lapidario, ha commentato le parole del leader Usa uno dei fratelli di Giovanni Lo Porto. 

E’ la prima volta che gli Stati Uniti ammettono la morte di un ostaggio occidentale in un loro raid. Si tratta di un grosso smacco non solo per la Cia, ma per lo stesso Obama, che nel 2009, a pochi mesi dal proprio insediamento alla Casa Bianca, sostenne e ampliò il programma di droni in Pakistan.