Gli Usa spostano maggioranza flotta nel Pacifico per contenere influenza cinese

Pubblicato il 3 Giugno 2012 - 12:31| Aggiornato il 12 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

Una portaerei americana nel Pacifico

SINGAPORE – Entro il 2020 il 60 per cento della flotta navale degli Stati Uniti sarà dispiegata nella regione dell’Asia-Pacifico, a quanto ha rivelato il segretario alla Difesa Leon Panetta. Egli ha subito assicurato che l’iniziativa ”non è una sfida alla Cina, giacchè abbiamo un comune interesse a sviluppare e mantenere la sicurezza nell’area”.

Ma a Pechino non la pensano cosi’ e le ”rassicurazioni” di Panetta hanno lasciato freddi i dirigenti cinesi. Tramite l’agenzia Nuova Cina hanno infatti avvertito Washington: ”Attenti a non agitare le acque”di quello che deve essere ”un’oceano di pace”.

Ma e’ chiaro che la Casa Bianca intende passare dalle parole ai fatti, cominciando ad attuare quella che e’ stata ribattezzata ‘Dottrina Obama’: le priorita’ strategiche per gli Stati Uniti sono ora l’Asia e il Medio Ortiente. Non piu’ l’Europa, dove il disimpegno militare Usa e’ oramai un dato di fatto.

Un cambio di strategia annunciato dal presidente americano lo scorso novembre e che punta a contenere l’influenza della Cina sull’area del Pacifico, considerata ”vitale” per la sicurezza degli Stati Uniti, mentre Pechino, nonostante la crisi, sta aumentando le proprie spese militari. Il segretario alla Difesa ha illustrato la nuova strategia militare statunitense nel corso di un summit sulla sicurezza regionale a Singapore.

”Entro il 2020 – ha spiegato Panetta – la marina americana riposizionera’ le sue forze, passando dall’attuale 50% di unita’ nel Pacifico e 50% nell’Atlantico, a al 60% di unita’ nel Pacifico e al 40% nell’Atlantico”. Il nuovo dispiegamento prevede tra l’altro l’arrivo nel Pacifico di sei portaerei e della maggioranza dei sottomarini della marina statunitense.

Parallelamente prosegue anche l’offensiva diplomatica degli Stati Uniti nell’area, con il rafforzamento degli accordi di collaborazione militare con molti Paesi della regione, vecchi e nuovi alleati. E aumentera’ anche il numero delle esercitazioni navali compiute nel Pacifico. La Cina vigila, e ha invitato nuovamente a rivedere quelli che vengono considerati dei pregiudizi, come considerare Pechino una minaccia.

L’amministrazione Obama spera molto in un’evoluzione piu’ favorevole della situazione interna alla Cina con l’auspicato avvento al potere di Xi Jinping, probabile successore al presidente Hu Jintao, che in una recente visita alla Casa Bianca ha parlato di ”nuovo storico inizio” delle relazioni tra Washington e Pechino. Ma intanto Obama va avanti per la sua strada ed i piani per il dispiegamento di maggiori forze navali nell’area Asia-Pacifico procedono.