Guerra Israele Iran: già si combatte, sta scoppiando. Via libera di Trump

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Maggio 2018 - 12:24 OLTRE 6 MESI FA
Guerra Israele Iran: già si combatte, sta scoppiando. Via libera di Trump

Guerra Israele Iran: già si combatte, sta scoppiando. Via libera di Trump

GERUSALEMME – La guerra c’è, ma non si vede. O almeno non la vede chi non la vuol vedere e chi crede che la guerra sia solo quella combattuta tra due eserciti uno di fronte all’altro. E invece c’è: è quella che stanno combattendo, nemmeno più per procura, Israele ed Iran. Una guerra che si combatte in Siria, ma anche in Israele e all’Onu come nelle cancellerie di Washington e Mosca. C’è ed ha l’aspetto dei missili israeliani che colpiscono le basi di Teheran in Siria e quello dei droni iraniani che sconfinano nel Golan ed in Israele in generale. C’è e con la possibile se non probabile uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano potrebbe assumere anche l’aspetto di una guerra più classica, con le truppe sul terreno, con chissà quale esito.

Un poco convincente Benjamin Netanyahu appena due giorni fa ha annunciato di avere la ‘prova provata’ che l’Iran, col suo programma nucleare, portasse avanti anche uno sviluppo tutt’altro che pacifico. Una prova che ricorda la ‘pistola fumante’ che portò all’invasione dell’Iraq e alla caduta di Saddam Hussein. Esattamente quello che vorrebbe Israele nei confronti dell’Iran. E come quelle armi di distruzione di massa mai trovate, la rivelazione israeliana, basata sui documenti rubati dagli 007 di Tel Aviv in una spericolata operazione, è in realtà abbastanza risibile. Vuoi perché i documenti sono antecedenti all’accordo, vuoi perché è tutto sommato auto-evidente che lo sviluppo della tecnologia nucleare possa essere applicato in ambito civile tanto quanto militare o vuoi perché, come Onu e altri hanno spiegato a Netanyahu, l’accordo stesso non esclude che esistessero simili progetti in passato ma si basa invece su un rigido controllo ora. Chi doveva però ricevere il messaggio di Netanyahu erano gli Stati Uniti, che con il presidente Donald Trump già avevano detto di voler uscire dall’accordo sul nucleare iraniano, e hanno preso la palla al balzo rendendo i documenti trafugati un’ottima scusa.

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Accordo sul nucleare che è lì per scadere, tra appena dieci giorni infatti, il 12 maggio, andrebbe rinnovato e sarà rinnovato da tutti quelli che l’hanno sottoscritto. La Francia, la Gran Bretagna e la Germania hanno pubblicamente indicato quella come la strada da seguire per il futuro. Tutti tranne, però, gli Usa. Un’assenza che suonerà come un via libera per Israele che si sentirà potenzialmente libero di attaccare l’Iran non più e non solo in Siria o in Libano ma anche direttamente. E questo perché se ora esiste un accordo tra Iran e Usa, vale a dire il principale sponsor politico e militare di Tel Aviv, questo lega le mani a Netanyahu che non potrebbe rompere un accordo sottoscritto da Washington. Ma quando l’accordo non ci sarà…

E la ‘rivelazione’ di Netanyahu non è che l’ultimo episodio di quella che il direttore de La Stampa Maurizio Molinari definisce ‘guerra di attrito’. Prima di questo il drone di Teheran abbattuto sui cieli israeliani da un elicottero da combattimento e mostrato dal solito premier israeliano all’opinione pubblica mondiale e, poi, il bombardamento di alcune basi israeliane in Siria con vittime tra i militari di Teheran. Per non parlare poi delle più o meno segrete operazioni in Libano contro Hezbollah, braccio armato ‘in loco’ del solito Iran.

La guerra c’è quindi, e nemmeno tanto solo di attrito. Ma la sua evoluzione, con le alleanze in gioco, rende imprevedibili i potenziali sviluppi. Da una parte infatti insieme ad Israele c’è lo storico alleato americano insieme al fronte sunnita capeggiato dall’Arabia Saudita. Dall’altra parte insieme a Teheran il fronte sciita e, soprattutto, la Russia.