Israele, docenti ‘dissidenti’ nel mirino del gruppo patriottico Im Tirzù

Pubblicato il 21 Giugno 2010 - 19:20 OLTRE 6 MESI FA

Se manca una dose sufficiente di patriottismo tra i docenti ci pensa un movimento ad hoc a bacchettarli. Gli attivisti sono quelli che si firmano Im Tirzù, un movimento che predica la “seconda rivoluzione sionista”.

“Gordon, sei un traditore!! Verrò alla Ben Gurion per ucciderti. Firmato Im-Tirzù “, con questo testo il professore Niv Gordon ha aperto un biglietto recapitatogli la settimana scorsa nel campus della Università Ben Gurion di Beer Sheva.

La colpa del politologo Gordon è  aver teorizzato l’opportunità di un boicottaggio economico, culturale e politico verso Israele in quanto, a suo modo di vedere, “Stato che pratica l’apartheid”.

“Se lo vorrete, non è un sogno”: con queste parole, l’ideologo Teodoro Zeev Herzl aveva elettrizzato le masse ebraiche europee per conquistarle al progetto di uno stato in Palestina. Le prime parole dello slogan sono, in ebraico, Im Tirzù. Ronen Shuval, 29 anni, le ha usate come bandiera per diffondere il suo ‘Manifesto per il sionismo che si rinnova’. Tanti sono i nemici con cui Israele deve misurarsi, ma uno è particolarmente insidioso – spiega – perché si annida nello Stato. Non sono i ‘post-sionisti palesi’, ben riconoscibili. L’obiettivo da neutralizzare sono semmai i ‘post-sionisti repressi’: quanti hanno interiorizzato le analisi dei ‘post-sionisti palesi’ e “adesso le ripropongono, pur sentendosi sionisti e senza accorgersi della contraddizione”.

Secondo la denuncia di Im Tirzù nella facoltà di scienze politiche dell’Università di Tel Aviv, la percentuale delle “ricerche di carattere anti-sionista o anti-nazionale” tocca il 72 per cento. A Gerusalemme il 78, e a Beer Sheva il 92 per cento. Perfino all’Università religiosa di Bar Ilan il 71 per cento delle ricerche di scienze politiche sono “anti-sioniste”. La media nazionale di ricerche sionistiche è del 20 per cento, secondo questo rapporto che denuncia poi un clima di paura: chi non asseconda i professori “prende voti bassi”.

Basato su una raccolta di testimonianze, il rapporto di Im Tirzù è stato accusato di essere poco scientifico. La questione è rimbalzata anche alla Knesset, il Parlamento israeliano:  “Le questioni che esso solleva vanno esaminate fino in fondo”, ha detto il ministro dell’istruzione Gideon Saar (Likud). Riferendosi ai docenti che perorano il boicottaggio di Israele, Saar ha aggiunto: “Ciò è inammissibile. Ne ho parlato con la Commissione responsabile dell’istruzione accademica. Agiremo direttamente con le direzioni degli istituti. Questa faccenda è sul nostro ordine del giorno”.