Panetta, Hillary Clinton: terrorismo internazionale è ancora una minaccia

Pubblicato il 8 Giugno 2012 - 11:35| Aggiornato il 12 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro della Difesa Usa Leon Panetta

KABUL, AFGHANISTAN – Duri colpi sono stati inferti al terrorismo internazionale, primo fra tutti l’uccisione di Osama bin Laden e, nei giorni scorsi, del numero due di Al Qaeda Abu Yahya a-Libi, senza contare le micidiali missioni dei droni americani in Pakistan e Afghanistan.

Ma il terrorismo internazionale tiene ancora banco, ha sacche di resistenza importanti in regioni tradizionali come il Pakistan, e si estende ora in modo incontrollato in aree diverse: la Penisola arabica, il Maghreb e l’Africa nord-occidentale.

Il capo del Pentagono Leon Panetta a Kabul, e il segretario di Stato Hillary Clinton ad Istanbul, hanno ammonito insieme la comunita’ internazionale a non credere che la minaccia terroristica si sia risolta con l’eliminazione di bin Laden e di alcuni dei suoi collaboratori storici, ed hanno usato parole forti nei confronti del governo pachistano, che ”non fa cio’ che e’ necessario” per contrastare questo pericolo.

In particolare Panetta ha subito abbandonato il linguaggio diplomatico al momento del suo inatteso arrivo a Kabul, comunicando ai giornalisti che ”la nostra pazienza nei confronti del Pakistan ha raggiunto il limite”, per la scarsa energia con cui Islamabad affronta i gruppi estremisti nascosti nei territori tribali occidentali, e soprattutto la temibile Rete Haqqani che dal Pakistan attacca le truppe Usa in Afghanistan.

Panetta ha sostenuto che ”e’ difficile raggiungere la pace in Afghanistan fino a quando ci saranno nascondigli sicuri per i terroristi” (come quelli per la Rete Haqqani nel Waziristan) sul territorio pachistano. E quindi ha assicurato che ”le operazioni con i droni continueranno” perche’ essi ”hanno anche una funzione di autodifesa”. Un argomento che non convince affatto Islamabad per la quale i blitz degli aerei senza pilota sono ”illegali, contrari alle leggi internazionali e una violazione della sovranita’ del Paese”, causando fra l’altro un gran numero di vittime civili.

Lo stesso energico messaggio e’ stato lanciato dalla Clinton durante il ‘Global Counterterrorism Forum’ di Istanbul. Dopo aver dovuto ammettere che nel braccio di ferro con il governo siriano ”gli Usa e Al Qaeda combattono momentaneamente dallo stesso lato”, ha avvertito che Washington ”manterra’ sempre il diritto di usare la forza con i gruppi come Al Qaida che ci hanno attaccato e che ancora minacciano di attaccarci”.

Un discorso sulla falsariga di quello pronunciato un mese fa da John Brennan, zar di Obama per la lotta al terrorismo. ”Per quanto riguarda le leggi internazionali – ha detto – gli Usa sono impegnati in un conflitto armato con Al Qaeda, i talebani e le forze associate in risposta agli attacchi dell’11 settembre”. Su questa base, ”possiamo e dobbiamo usare anche una forza proporzionata col diritto che ci e’ proprio di autodifesa nazionale”.

Ne’ Panetta ne’ la Clinton hanno commentato il massacro di 17 civili avvenuto mercoledi nella provincia centrale afghana di Logar per un errato bombardamento della Nato a caccia di terroristi. Lo ha fatto invece la missione dell’Onu in Afghanistan, che ha rivelato che i 40 morti di giovedi in attentati dei talebani e nel raid aereo della coalizione internazionale rappresentano il bilancio piu’ cruento di vittime civili in una sola giornata nel 2012.

La mancanza di ammissioni di responsabilita’ da parte della Nato ha fortemente irritato il presidente afghano Hamid Karzai, colto dal massacro mentre era impegnato a Pechino nel vertice della Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione (Sco). In un secco comunicato in cui ha anche annunciato di aver deciso di accorciare la sua visita in Cina per essere vicino alle famiglie delle persone decedute, a cui ha subito telefonato, Karzai ha sostenuto che ”le operazioni della Nato che causano perdite umane e materiali non sono in alcun caso giustificabili, accettabili e tollerabili”