Papa: “Chiesa ferita e peccatrice, non mi sento solo”

Pubblicato il 19 Aprile 2010 - 17:31 OLTRE 6 MESI FA

E’ un momento di «tribolazione» per una Chiesa «ferita e peccatrice», che tuttavia confida nell’aiuto di Dio: lo ha detto papa Benedetto XVI, con un implicito riferimento allo scandalo degli abusi, durante il pranzo con i cardinali residenti a Roma, organizzato in Vaticano in onore del suo quinto anno di Pontificato.

Ratzinger ha anche detto di non sentirsi “solo”, perché avverte attorno a sé la presenza e l’appoggio dell’intero collegio cardinalizio.

«In questo momento – ha riferito l’Osservatore Romano in un breve articolo sul pranzo di oggi – il Papa sente, molto fortemente, di non essere solo; sente di avere accanto a sé l’intero Collegio cardinalizio che con lui condivide tribolazioni e consolazioni. Lo ha confidato Benedetto XVI ai 46 cardinali che hanno condiviso con lui il pranzo di lunedì 19 aprile, nel quinto anniversario dell’elezione al Soglio pontificio».

«Il Papa – riferisce il quotidiano vaticano – ha voluto ringraziare il collegio cardinalizio per l’aiuto che riceve giorno dopo giorno. Soprattutto nel momento in cui sembra vedersi confermata la parola di sant’Agostino citata dal Vaticano II, che la Chiesa ha peregrinato ‘inter persecutiones mundi et consolationem Dei’».

A questo proposito il Pontefice ha accennato ai peccati della Chiesa, «ricordando che essa, ferita e peccatrice, sperimenta ancor più le consolazioni di Dio». In particolare per il Papa è una grande consolazione proprio il Collegio cardinalizio.

«Nella Chiesa – ha spiegato, secondo quanto riporta l’Osservatore – esistono due principi: uno personale e uno comunionale. Ora il Papa ha una responsabilità personale, non delegabile; il vescovo è circondato dai suoi presbiteri. Ma il Papa è circondato dal collegio cardinalizio che potrebbe essere chiamato in termini orientali quasi il suo sinodo, la sua compagnia permanente che lo aiuta, l’accompagna, lo affianca nel suo lavoro. Ed è questa vicinanza particolare che il Pontefice avverte in questo momento e per la quale ringrazia il Signore mentre invoca, per andare avanti, la forza della fede, nella gioia della risurrezione».