Papa Francesco: sveglia alle 4.45, a letto alle 22.30. La giornata di Bergoglio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Marzo 2014 - 05:42| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco: sveglia alle 4.45, a letto alle 22.30. La giornata di Bergoglio

Papa Francesco prega con Papa Benedetto XVI (LaPresse)

CITTÀ DEL VATICANO – Com’è una giornata tipo di Papa Francesco? sveglia alle 4.45, preghiera, colazione, incontri, pranzo, pennichella pomeridiana, lavoro, cena alle 20, preghiera, poi a letto non più tardi delle 22.30. Così Emanuele Roncalli dell’Eco di Bergamo racconta la vita quotidiana di Jorge Mario Bergoglio, 77 anni, pontefice dal 13 marzo 2013.

Roncalli si avvale di buone fonti: un gruppo di monsignori bergamaschi che lavorano a stretto contatto col Papa:

“Fra costoro, mons. Tino Scotti, fra i pochi ammessi nelle stanze del pontefice. Originario di Cologno al Serio, è capo ufficio della Prima sezione della Segreteria di Stato. La mattina prepara la messa delle 7 del Papa nella Cappella di Casa Santa Marta. Intanto Bergoglio è già in piedi dalle 4.45, quando suona la sveglia, e si mette subito a pregare per un’ora, meditando sulle scritture della Messa.

A fine liturgia, il Papa si toglie i paramenti liturgici e si siede su una sedia di velluto a metà navata per ricevere alcuni fedeli. Fotografie di rito, quindi colazione in mensa. Poi è il momento del lavoro e dell’esame dei vari dossier.
Pausa pranzo, mezz’ora di riposo. Ritorno al lavoro, cena alle 19.30-20, preghiera”.

Roncalli descrive la casa del Papa:

“«L’appartamento di Bergoglio – dice chi lavora alla Domus – è modesto. È il 201 al secondo piano della Casa, che lui chiama Convitto, dove ci sono in tutto 106 suite e 22 camere singole”. Com’è arredato? “In salotto un paio di poltrone e un divano, una scrivania, una libreria a vetri, un tappeto a disegni persiani, luci al neon. Poi ci sono la camera da letto in legno scuro, un frigorifero, un disimpegno e un bagno. Pavimento a parquet lucido».

«Alcune volte – dice il nostro interlocutore che desidera rimanere anonimo – Papa Francesco arriva in atrio senza avvisare nessuno. A pranzo si siede con chi capita, a cena quando funziona il self service prende il vassoio e fa la fila come gli altri».

A Buenos Aires, da cardinale, è noto, cucinava i pasti da solo: suo piatto forte il maialino al forno.

A Santa Marta si accontenta della cucina continentale (pasta, arrosto, minestre).

La sera Francesco spegne la luce dopo le 22-22.30″.

Il Papa ha portato una mini-rivoluzione anche nei parcheggi della zona di Santa Marta:

Il parcheggio (suolo italiano) di via della Stazione Vaticana (dietro Santa Marta) di fronte ai numeri civici 3-5-7 è stato interdetto e pertanto cancellati i 20 posti auto vicino a San Pietro, con qualche velata protesta dei residenti, ma del resto è impensabile che ci siano auto in sosta di notte sotto le finestre vaticane”.

Francesco viene raccontato come uno stakanovista, che se proprio deve riposare, non riposa ma prega snocciolando il Rosario:

“Mons. Alfred Xuereb, segretario particolare del papa, a proposito del lavoro quotidiano di Francesco, aggiunge: «Mi creda, non perde un solo minuto. Lavora instancabilmente. E quando sente il bisogno di prendere un momento di pausa, non è che chiude gli occhi e non fa niente: si mette seduto e prega il Rosario. Penso che almeno tre Rosari al giorno, li prega. E mi ha detto: “Questo mi aiuta a rilassarmi”. Poi riprende, riprende il lavoro. Riceve una persona dopo l’altra: il personale della portineria di Santa Marta ne è testimone. Ascolta con attenzione e ricorda con straordinaria capacità quanto sente e quanto vede. Si dedica alla meditazione presto, la mattina, preparando anche l’omelia della Messa a Santa Marta. Poi, scrive lettere, fa telefonate, saluta il personale che incontra e si informa sulle loro famiglie»”.

Il suo “curriculum” lavorativo, prima dell’ascesa al soglio di San Pietro:

“Il primo lavoro è stato da addetto alle pulizie in una fabbrica di calzini. Aveva 13 anni: «E’ stata una delle cose che mi ha fatto più bene nella vita – ha detto il Papa – e, particolarmente nella fabbrica, ho imparato il lato buono e il lato cattivo di ogni mestiere umano».

Ha svolto occupazioni piuttosto singolari: ha pulito i pavimenti da un fioraio, ha fatto da cavia in un laboratorio chimico (lui è perito) ed è stato persino buttafuori in una discoteca, come ha detto ai fedeli una domenica nella chiesa di San Cirillo Alessandrino a Roma. Francesco ha raccontato che lavorare all’ingresso di una discoteca, e poi come professore di letteratura, lo ha aiutato a capire come spingere le persone a tornare a credere nella Chiesa”.

E forse in pochi sanno che il passaporto di papa Francesco era scaduto:

“Bergoglio è un papa che parla con i gesti, più che con la voce. Di recente ha telefonato alle autorità del suo Paese per chiedere un nuovo passaporto, come ha riferito il ministro degli Interni di Buenos Aires Florencio Randazzo. “Non ha voluto nessun trattamento di favore per la pratica” ha detto il ministro. Di fronte allo stupore per l’insolita richiesta Bergoglio si è limitato a dire: “Mi era scaduto il documento”. Disarmante”.