Papa Giovanni XXIII e l’ipotesi dimissioni: il mistero rivelato dal suo segretario Loris Capovilla

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Gennaio 2018 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA
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Papa Giovanni XXIII

CITTA’ DEL VATICANO – Papa Benedetto XVI avrebbe potuto essere il secondo pontefice a “dimettersi”. Prima di lui, infatti, papa Giovanni XXIII provò a farlo, ma fu fermato dal suo padre confessore e consigliere, il vescovo Alfredo Cavagna. A scriverlo è Loris Capovilla, dal 1953 al 1963 segretario di Angelo Giuseppe Roncalli, prima patriarca di Venezia, poi Papa.

Nel memoriale di Capovilla dal quasi profetico titolo Il Papa può dimettersi? datato 11 ottobre 2002, Capovilla, in seguito arcivescovo e cardinale, scomparso nel 2016, scriveva:

È scolpito nitidamente nella mia memoria il colloquio col vescovo Alfredo Cavagna, confessore e consigliere di Giovanni XXIII, un venerdì di quaresima 1963, pomeriggio, di cui all’istante non fissai sulla carta il contenuto: monsignore esce dalla stanza del Papa dopo averne ascoltato la confessione ed essersi intrattenuto con lui a lungo sugli schemi del Concilio. Mi fa chiamare in salone e senza preambolo, supponendo forse che io sapessi qualcosa, mi dice che il Papa non può dimettersi. Lo esclude Pio XII nella Costituzione “De Sede apostolica vacante” e cita il paragrafo 99. È evidente che nel corso della conversazione, Giovanni XXIII, considerando il suo stato di salute e in previsione dell’immane lavoro previsto nella prosecuzione del Concilio, deve essersi dichiarato disposto a rinunciare al papato. Rispondo a monsignor Cavagna che mi pone il quesito: “Conosco la Costituzione di Pio XII, letta durante il Conclave 1958. Con quella esortazione Pio XII incoraggia il designato ad accettare il voto dei cardinali elettori e a non sottrarsi alla volontà divina. Non tocca per nulla il tasto delle dimissioni”. (…) Papa Giovanni con me non fece alcun cenno in proposito. In lui l’abbandono in Dio faceva tutt’uno con la sua fede. Voluntas Dei pax nostra.

Capovilla, riferisce Gabriele Moroni sul Giorno, ricordò anche una frase che Giovanni XXIII soleva dire: “Il buon ecclesiastico non dà le dimissioni. Sottopone la sua situazione all’autorità superiore e lascia ad essa di decidere”.

Soltanto un momento di umana debolezza, una volta presa piena coscienza dell’avanzare del male che lo avrebbe ucciso poco dopo, o un proposito che andava davvero formandosi? Lui, in ogni caso, non lo realizzò mai. Toccherà a Joseph Ratzinger aprire anche ai pontefici la possibilità di dimissioni.