Siria, sull’uso della forza braccio di ferro all’Onu: Russia vs Usa, Gb e Francia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2013 - 19:09 OLTRE 6 MESI FA
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov parla col ministro degli Esteri britannico William Hague. Alla sua sinistra il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius (LaPresse)

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov parla col ministro degli Esteri britannico William Hague. Alla sua sinistra il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius (LaPresse)

NEW YORK, 10 SET – Sulla Siria inizia la partita a scacchi alle Nazioni Unite. Una bozza di risoluzione francese, sottoscritta anche da Usa e Gran Bretagna, fa arrabbiare la Russia perché prevede l’uso della forza nel caso in cui la Siria non rispetti la risoluzione. Il Consiglio di Sicurezza si riunirà alle 22 (alle 16 del fuso orario di New York).

Condanna dell’attacco con armi chimiche del 21 agosto scorso in Siria, suo deferimento alla Corte Penale Internazionale e previsione di serie conseguenze per il regime siriano se non verranno rispettati i termini della risoluzione Onu: sono tra i punti che verranno elencati nella bozza di documento che la Francia presenterà sul tavolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Inoltre, si prevede di mettere le armi chimiche presenti in Siria sotto il controllo della comunità internazionale, e la firma da parte della Siria della convenzione sulle armi chimiche. Il documento, hanno aggiunto le fonti, dovrebbe infine rientrare nel “chapter 7” della Carta delle Nazioni Unite: ossia il capitolo che permette l’uso della forza per far rispettare i dettami di una risoluzione Onu.

Il premier britannico David Cameron ha detto che il testo della risoluzione che Gb, Usa e Francia presenteranno oggi all’Onu conterrà indicazioni su margini e tempi dell’azione siriana.

Il senso della proposta, ha spiegato Cameron, non è far sì che ”qualcuno monitori le armi chimiche in Siria”, ma deve stabilire la consegna di queste ad un soggetto internazionale ”e la loro distruzione”. Una risoluzione Onu, ha aggiunto il premier britannico, costituisce un test per la Russia che ha diritto di veto al Consiglio di Sicurezza, per stabilire quanto la sua proposta sia seria. Cameron ha quindi riferito di aver discusso della questione con il presidente Barack Obama al G20: “Le cose forse sono andate più velocemente del previsto”, ha detto sottolineando che la reazione russa è “interessante”. ”Guardando al quadro generale – ha spiegato ancora – ottenere l’eliminazione dell’arsenale di armi chimiche più grande al mondo sarebbe un passo avanti significativo. Perciò vale decisamente la pena esplorare questa possibilità, ma dobbiamo essere scettici, fare attenzione che non si tratti di una tattica per prendere tempo”.

Ma americani, francesi e britannici dovranno vedersela con la Russia. ”Inaccettabile”: così il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha definito la proposta di Parigi di adottare una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla Siria in base al ‘capitolo sette’, che evoca il ricorso alla forza. Lavrov ha sottolineato che ”la proposta francese di approvare una risoluzione al consiglio di sicurezza dell’Onu attribuendo alle autorità siriane la responsabilità per un possibile uso di armi chimiche è inaccettabile”, riferisce il ministero degli esteri in un comunicato. La Francia ”non può imporre” nulla agli altri membri del Consiglio di Sicurezza: lo ha detto l’ambasciatore russo a Parigi, riferendosi alle ultime iniziative di Parigi sulla Siria.

Dopo gli incontri delle delegazioni di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, la Russia ha chiesto una riunione urgente dei quindici membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Siria per questo pomeriggio alle 15 ora locale (le 21 in Italia).

”Mi è parso di capire che i russi, in questo momento, non siano particolarmente entusiasti, e uso un eufemismo, per inquadrare tutto in una risoluzione vincolante delle Nazioni Unite”, ha detto il ministro francese Laurent Fabius, dopo aver sentito Lavrov al telefono. Per Fabius, la proposta di Mosca di porre sotto controllo internazionale l’arsenale chimico di Bashar al-Assad rischia di rivelarsi una ”manovra diversiva”.