Turchia, ergastolo per i generali accusati di colpo di Stato contro Erdogan

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Agosto 2013 - 04:18 OLTRE 6 MESI FA
Recep Tayyip Erdogan

Recep Tayyip Erdogan (LaPresse)

ROMA – Ergastolo! La giustizia turca non ha fatto sconti al gruppo di militari – tra cui l’ex capo di Stato maggiore Ilker Basbug – accusati insieme a giornalisti, politici e sindacalisti di aver complottato per condurre attacchi di alto profilo e omicidi volti ad alimentare il caos per preparare un colpo di Stato militare e fare cadere il governo.

Un verdetto atteso, ma anche tenuto: l’opposizione è insorta e ha parlato di sentenze scandalose, accusando il premier Recep Tayyip Erdogan di caccia alle streghe, mentre scontri sono scoppiati tra dimostranti e polizia. Una quindicina in tutto gli ergastoli inflitti dai giudici della corte speciale di Silivri, vicino a Istanbul, nell’ambito del maxi processo Ergenekon.

Tra i nomi eccellenti quello dell’ex generale Basbug, 70 anni, fino al 2010 capo di stato maggiore turco, al quale è stato attribuito un ruolo di primo piano nell’organizzazione ultranazionalista. “Ho la coscienza pulita e sono dalla parte della verità”, ha scritto Basbug – stando alla Bbc online – sul suo profilo Twitter subito dopo essere stato condannato. Carcere a vita anche a Hursit Tolon, ex capo dell’esercito e al giornalista Tuncay Ozkan che aiutò nel 2007 a organizzare proteste anti-governative. Il noto giornalista del quotidiano di sinistra Cumhuriyet Mustafa Balbay, eletto durante la sua prigionia nel principale partito di opposizione Chp, è stato condannato a 34 anni di prigione.

Diversi anni di prigione anche ad altri alti ufficiali, mentre è stata ordinata la liberazione e la caduta di tutte le accuse di 21 imputati del maxi-processo. Il procedimento giudiziario nei confronti dei 275 imputati è iniziato cinque anni fa e si è concentrato su Ergenekon, una presunta rete di cui gli accusati fanno parte che deriva da una valle nell’Asia centrale che si crede sia stata la patria ancestrale dei turchi. Ergenekon è il secondo grande processo celebrato contro i vertici delle forze armate, che per anni dopo l’arrivo al potere nel 2002 del partito islamico Akp di Erdogan hanno cercato di contrastarne l’influenza. In primo grado, al processo Balyoz, pure per un presunto progetto di golpe, circa 300 ufficiali furono condannati a pene detentive fino a 30 anni.

Processi che hanno spaccato in due l’opinione pubblica turca: da una parte i liberali e chi sostiene Erdogan che vogliono ridurre il ruolo delle forze armate. Dall’altra chi si appella all’ideologia nazionalista e laicista del “padre della patria” Mustafa Kemal Ataturk e accusa i giudici di aver usato il processo per arrestare gli oppositori del governo. Dopo la lettura della sentenza scontri sono scoppiati vicino a Silivri, su un’autostrada tra Istanbul e Tekigard. La polizia ha risposto ai lanci di pietre con idranti e gas lacrimogeni, ha constatato la France Presse, che ha parlato di circa 10mila dimostranti. Attorno al tribunale era dispiegato un imponente dispositivo di sicurezza, con centinaia di agenti e gendarmi in tenuta anti sommossa e con l’ausilio di mezzi blindati.