Usa, McCain contro il “collega” repubblicano Rumsfeld: “Per fortuna che se n’è andato”

Pubblicato il 4 Febbraio 2011 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – “Grazie a Dio Rumsfeld non c’è più”: la gelida osservazione sull’ex segretario della Difesa americana viene da un compagno di partito, il senatore repubblicano John McCain.

Intervistato da Good Morning America, l’ex candidato alle presidenziali del 2008 ha commentato il libro di memorie di Donald Rumsfeld, numero uno della Difesa con Gerald Ford e, più recentemente, con George Bush.

Nelle ottocento pagine di “Known and Unknown”, in uscita il prossimo 8 febbraio ma anticipate in brani dal Washington Post e dal New York Times, Rumsfeld definisce il senatore dell’Arizona “un uomo dall’indole collerica con la propensione a voltare gabbana per piacere ai media”.

“L’ex segretario e io abbiamo opinioni opposte circa la strategia che egli ha implementato in Iraq, da me correttamente pronosticata come errata, ha ribattuto McCain, se Rumsfeld fosse rimasto al suo posto avremmo subito una disastrosa sconfitta in Iraq” .

Già in passato McCain non aveva risparmiato giudizi caustici sul collega: “Rumsfeld passerà alla storia come uno dei peggiori segretari della Difesa Usa”, dichiarò nel 2007. “Non ha inviato abbastanza truppe in Iraq” , aggiunse lamentandosi che “da ormai tre anni e mezzo vado ripetendo che non ci ritroveremmo in braghe di tela come oggi, se mi avesse ascoltato”.

Nelle sue memorie Rumsfeld respinge l’accusa, sostenendo che i vertici militari non gli comunicarono mai, nelle fasi preparatorie, i dubbi su un piano che invece i generali del Pentagono criticarono sin dal primo momento.

Rumsfeld non si pente di nessuna delle decisioni prese durante il suo controverso mandato, eccetto due: non avere insistito perché Bush accettasse le proprie dopo la pubblicazione da parte dei media delle torture della prigione di Abu Ghraib, e definito come “vecchia Europa” la Francia e la Germania che si opponevano all’attacco a Bagdad.

Lodi sperticate invece per George Bush, “presidente ben più formidabile della sua immagine popolare” : “senza la guerra che lui ha lanciato per far cadere Saddam, il Medio Oriente sarebbe molto più pericoloso di quanto lo sia oggi” , sostiene Rumsfeld.