Zawahri, il successore di bin Laden impopolare tra i militanti di Al Qaeda

Pubblicato il 17 Giugno 2011 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA

Ayman al-Zawari

WASHINGTON, STATI UNITI – I funzionari dell’antiterrorismo americano hanno quasi accolto con favore l’annuncio che il successore di Osama bin Laden a capo di Al Qaeda sarà il suo fedele compagno ed amico Ayman al-Zawahri, sostenendo che i suoi profondi difetti indeboliranno probabilmente il nocciolo dell’organizzazione terroristica, a quanto scrive il New York Times.

Il ministro della difesa americano Robert Gates ha dichiarato che bin Laden ”aveva uno speciale carisma che Zawahri non ha, che bin Laden era più coinvolto di Zawahri nel settore operativo e che le origini egiziane di Zawahri limitano la sua popolarità tra i militanti di altri Paesi”.

Esperti indipendenti concordano che Zawahri non è un modello ispiratore per i giovani militanti, sottolineando anche che non è mai stato in combattimento, che è conosciuto per le sue lunghe polemiche ideologiche, i suoi modi irritanti e i suoi discorsi saccenti.

”Non è mai stata una figura unificane fin da quando viveva in Egitto”, rileva Brian Fishman, un esperto di Al Qaeda alla New American Foundation di Washington. E aggiunge: ”Molti all’interno di Al Qaeda non lo amano per via della sua irritante personalità”. Ma altri esperti avvertono che la sua intelligenza e la sua crudeltà non vanno sottovalutate. ”Già all’età di 15 anni creò un cellula eversiva per rovesciare il governo egiziano”, racconta Lawrence Wright, che ha intervistato molti parenti di Zawahri per scrivere il suo libro su Al Qaeda intitolato ”The Looming Tower” (La Torre Incombente).

Zawahri, 60 anni, è un medico laureato nato in una famiglia prominente che negli anni ottanta fu imprigionato e torturato dal regime dell’allora presidente Hosni Mubarak. Fu scarcerato nel 1984, presenziò alla fondazione di Al Qaeda nel 1988 e nel 1998 fece confluire in essa il suo gruppo eversivo egiziano diventando poi il fedele vice di bin Laden. In quella posizione Zawahri ha mantenuto i contatti con terroristi alleati in Iraq e altrove, ha pubblicato dichiarazioni audio e video e ha svolto un ruolo nell’organizzare attacchi, incluso quello alle Torri Gemelle.

Il nuovo capo di Al Qaeda eredita ora una organizazione intensamente sotto pressione, sebbene la sua ideologia si sia diffusa ed abbia dato vita ad affiliati nello Yemen, in Nord Africa, in Somalia e altrove. Gli attacchi della Cia con i droni nelle aree tribali del Pakistan hanno ucciso molti esponenti di Al Qaeda e c’è mancato poco che colpissero anche Zawahri. Questi attacchi hanno reso più difficili le comunicazioni, gli addestramenti e la pianificazone degli attacchi.

Gli analisti rilevano che Al Qaeda è stata ulteriormente indebolita per non aver svolto alcun ruolo nelle rivolte popolari che infiammano il Medio Oriente, con la cacciata dei dittatori dell’Egitto e dell’Etiopia. Alla cosiddetta Primavera Araba Al Qaeda ha solo fatto da spettatrice.

 ”Per questa raggione – osserva la portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland – ha poca importanza chi guida Al Qaeda, che è ormai un’ideologia in bancarotta. Dandosi uno sguardo in giro è evidente che i movimenti per il cambiamento pacifici nel mondo hanno fatto per i popoli musulmani molto più di quanto non abbia fatto Al Qaeda”.