Affari sporchi delle ong pulite: investivano i soldi guardando solo al profitto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Dicembre 2013 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

Armi, sigarette e superalcolici Affari sporchi delle ong puliteROMA – La Bbc: Comic Relief raccoglieva soldi contro guerra, cancro e dipendenze. Poi li investiva guardando solo al profitto. Nei guai anche Save the Children.

Scrive Mario Giordano su Libero:

Raccoglievano soldi contro la guerra e poi li investivano nelle fabbriche di armi. Raccoglievano soldi contro l’alcolismo e poi li investivano nelle fabbriche di liquori. Raccoglievano soldi contro le malattie dei polmoni e poi li investivano nelle fabbriche di sigarette. I Patch Adams inglesi, quelli che vanno con il naso rosso negli ospedali per far ridere i bambini e commuovere le mamme, sono stati colti con le mani nella melassa: grondavano parole zuccherose per nascondere l’amara verità. Che, purtroppo, è quella immortalata da un indimenticabile aforisma di Oscar Wilde: non sono tanto i ricchi a far la beneficenza, quanto è la beneficenza che fa i ricchi.

A sgominare l’ennesima impresa benefica questa volta è stata la Bbc: in un documentario choc andato in onda ieri a tarda sera, ha spiattellato le imprese dei «red noses» inglesi, nome ufficiale Comic Relief. L’associazione si presenta bene, il solito corredo di iniziative sostenute (15.786 progetti), di nazioni raggiunte (oltre 70) e di soldi raccolti (900 milioni di sterline, oltre un milione di euro). Un bel sito Internet scintillante e l’appoggio immancabile delle star, cui non par vero di farsi un po’ di pubblicità a buon mercato sostenendo iniziative umanitarie. Ai Patch Adams inglesi si sono avvicinati un po’ tutti, da Johnny Depp a Woody Allen, passando per la Duchessa di Cambridge e per gli One Direction, la band più alla moda del momento, che ha realizzato anche un apposito video in Ghana, con tanto di rituale commozione da popstar in mezzo a folla di bambinetti di colore. Chissà, però, se qualcuno ora oserà dire ai bambinetti del Ghana che i soldi raccolti per loro sono stati dirottati altrove. E in particolare sono stati investiti nella fabbrica di armi Bae Systems (630mila sterline, circa 750mila euro), che non è il massimo visto che i Patch Adams inglesi promettevano di «aiutare i popoli colpiti dai conflitti» (…)

I Patch Adams inglesi, per la verità, si sono difesi dicendo che loro non hanno rubato niente a nessuno. Hanno solo cercato di far rendere al massimo le somme raccolte, dandole in gestione a società specializzate. E se queste investono in fabbriche di armi i soldi che invece dovevano servire ad aiutare le vittime della guerra, che male c’è? La domanda rivela un’ipocrisia, dietro cui si nasconde un delitto quasi peggiore del furto di soldi: il furto dei buoni sentimenti. Purtroppo si tratta, anche in questo caso, di un fenomeno sempre più diffuso. Ricordate Mark Foley, l’ex chierichetto che difendeva i valori tradizionali e proteggeva i minori? Fu costretto a dimettersi per aver abusato di un ragazzetto. E il pacifista di Ferrara, ex segretario di Rifondazione comunista, che raccoglieva soldi dagli amici no war? Fuggì in Venezuela dopo aver investito sui fondi dell’esercito americano. Più o meno come gli operatori dell’Onu che furono mandati in Congo per difendere la popolazione e finirono sotto accusa per aver stuprato i bambini (…)