“Berlusconi? Un dissipatore. Bonolis? Geniale ma pigro”. Cesare Lanza a ‘Sette’

Pubblicato il 27 Ottobre 2012 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Lanza

ROMA – Cesare Lanza, più di cinquant’anni di giornalismo alle spalle, in un’intervista al settimanale ‘Sette’, spara giudizi su Silvio Berlusconi, Paolo Bonolis, Sarah Varetto, attuale direttore di SkyTg24, e diversi altri. Ora che sta scrivendo un libro, “Il diario di una cicala”, proprio per raccontare come lui e la sua generazione, pur avendo gli strumenti abbiano lasciato che l’Italia piombasse in una crisi devastante.

“Un giorno il regista Guardì – inizia subito a raccontare – venne contattato da un direttore della tv di Stato. Pensava di ricevere un commento sugli ottimi ascolti della sua trasmissione. Invece il dirigente Rai gli chiese: ‘La presentatrice fotte?’. Capito? Del prodotto non gliene fregava niente”.

C’è chi attribuisce alla tv la responsabilità della catastrofe culturale degli ultimi venti anni.

“Abbiamo dissipato anche la nostra fortuna catodica. Ho speso undici anni della mia vita a disegnare le domeniche televisive. Con Carlo Conti, Mara Venier, Paolo Bonolis e Paola Perego. Rai e Mediaset”.

Con Bonolis hai litigato.

“Bonolis è come un personaggio di Alberto Sordi. Si lamentava perché non gli facevano fare quel che voleva. Quando gli ho chiesto perché con tutti i milioni che aveva guadagnato non si autoproduceva un grande show “alto”, lui ha sorvolato. È geniale, ma pigro, chiacchierone e un po’ vile. Come tutti i conduttori, una volta raggiunto il successo, resta abbarbicato alla formula vincente”.

Bonolis dice sempre: “Ciao Darwin non lo farò mai più”.

“Vedrai che lo farà anche quest’anno. In tv comunque più che dei conduttori la responsabilità è dei dirigenti”.

Dissipatori da piani alti. “In Rai l’80% delle persone pensa a come tutelare la propria poltroncina. Lorenza Lei pensava solo al successo personale, ambizione pura. Di Mauro Mazza, attuale direttore di Raiuno, è meglio che non parli…”.

Chi si salva in Rai?

“Uno su tutti: Carlo Freccero”.

Hai mai conosciuto Berlusconi?

“La prima volta negli anni Settanta. Angelo Rizzoli, il mio editore, organizzò un incontro per discutere di un reportage piuttosto ruvido su Milano2 che doveva uscire sul Corriere di Informazione che io dirigevo. Qualche anno dopo, su consiglio di Montanelli, Berlusconi mi chiese di dirigere la nascente TeleMilano. Rifiutai. Ma prima andai a visitare gli studi”.

Dissipatori. Tra i politici…

“D’Alema, talentuoso, con una legge di cinque righe sul conflitto di interessi sarebbe potuto diventare un eroe, invece… Martelli, furbo e colto, si è lasciato inghiottire nella palude del tradimento di Craxi. E a proposito di Craxi. A me stesso rimprovero di non aver capito Bettino. L’ho conosciuto nel 1975 a casa di Lina Sotis. Prima di diventare segretario del Psi mi spiegò il suo progetto. Io non compresi le sue potenzialità”.

È vero che tra le tue scoperte c’è stata anche Sarah Varetto, attuale direttore di SkyTg24?

“Sì, faceva la valletta in una trasmissione sportiva. Indossava la maglia del Torino. Era molto determinata”.