Berlusconi, Renzi e l’Italicum. “Vincitori e vinti”, Stefano Folli sul Sole 24 Ore

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Gennaio 2014 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi, ospite di Porta a Porta

Matteo Renzi, ospite di Porta a Porta

ROMA –  Renzi ha vinto su Berlusconi è la tesi sostenuta da Stefano Folli in un articolo che merita di essere conservato e riletto a primavera del 2015, dopo le elezioni. Nel suo articolo Stefano Folli vuole confutare le tesi allarmistiche della sinistra, cui Paolo Flores d’Arcais ha dato voce con chiarezza allarmante.  

Scrive Folli:
Fra i critici di sinistra della riforma elettorale nata dalla sintonia Renzi-Berlusconi uno degli argomenti preferiti è che il nuovo modello favorisce Forza Italia e addirittura le regala un vantaggio nella corsa elettorale. Ma è davvero così?
Secondo questa tesi, Berlusconi sarebbe uno dei vincitori, o forse addirittura “il” vincitore, della lunga contesa. In realtà il punto riflette le vecchie ossessioni che hanno dominato a lungo il campo del centrosinistra. Ma oggi siamo nel 2014 e non nel 1994, come sembra aver capito bene il giovane segretario del Pd. Certo, Berlusconi è il co-autore del disegno di legge e senza dubbio si augura di ricavarne dei benefici. Quali, vedremo. Ma si tratta pur sempre di un personaggio che sta lentamente uscendo di scena. L’operazione in corso gli permette di farlo con una certa dignità e di dipingere se stesso, nonostante le condanne penali, come un padre costituente della Terza Repubblica. Ma chi ha saputo costruire una norma elettorale a propria immagine è di sicuro Renzi. Per ragioni psicologiche e politiche.
La giovinezza è la prima di tali ragioni. Il sindaco di Firenze sta creando nell’opinione pubblica la sensazione che ci sia qualcosa di ineluttabile nella sua ascesa politica. Renzi vuol dire uomo del futuro: ecco l’equazione che sta passando, facendo leva su uno schema iper-maggioritario che per la prima volta cancella qualsiasi probabilità che possa nascere un polo intermedio di sapore “centrista”. Quel 12 per cento posto come livello minimo per una coalizione che non abbia ambizioni di supremazia, ma voglia almeno essere presente in Parlamento, è un duro colpo ai “terzaforzisti”, peraltro già in chiara difficoltà dopo il voto dell’anno scorso.
Quindi si va verso un modello bipolare e addirittura tendenzialmente bipartitico. Dopo anni in cui si è detto e scritto che il bipolarismo all’italiana aveva prodotto quasi soltanto fallimenti, ecco che la nuova legge irrigidisce ancor di più la semplificazione in nome della governabilità. E poiché è Renzi a rappresentare il domani, si può concludere che il sistema è adatto alle sue esigenze, se appena egli sarà all’altezza delle attese. Viceversa il centrodestra è costretto a incamminarsi lungo un sentiero inesplorato al termine del quale ci sarà – è inevitabile – la sua rifondazione in forme oggi non prevedibili. In un certo senso il dopo-Berlusconi sta cominciando adesso. Con Renzi che ruba la scena al suo interlocutore e lo descrive per quello che è: un anziano signore che non nasconde nemmeno più le sue rughe.
È chiaro che stiamo parlando di Berlusconi e dunque i colpi di scena e i ripensamenti non sono mai esclusi. Ma allo stato delle cose è Renzi ad avere il vento nelle vele con il maggioritario.