Cesare Damiano: “Stiamo attenti alla deregulation”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2014 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Damiano

Cesare Damiano

ROMA – “Stiamo attenti alla deregulation” dice Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, e leader della sinistra Pd, intervistato da Repubblica:

Damiano, quale giudizio dà della bozza di Job Act?
«Bisogna capire come si traduce in pratica. A differenza di quello che si è immaginato sin qui dalle anticipazioni, l’approccio è complessivo. Questa è una buona cosa».
Giudica convincente il piano renziano?
«Condivido l’approccio, perché non si riduce al tema delle regole. Innanzitutto si parte dalla riduzione delle tasse per chi produce lavoro. E soprattutto mi convince che chi si muove in ambito finanziario paga di più. È importante che si parli dei fattori di sviluppo, a cominciare dall’energia. Ridurre del 10% il costo dell’energia per le aziende è un fattore di competitività. Penso a quelche è capitato a un’impresa come l’Alcoa che ha chiuso gli stabilimenti sardi a causo dello svantaggio competitivo appunto sull’energia».
E sulla creazione di nuovi posti di lavoro?
«L’idea di Renzi parte da un piano industriale di settore, piuttosto che dalle regole del mercato del lavoro. Anche questo è un approccio innovativo, si parla di cultura, turismo, agricoltura, cibo, made in Italy eccetera. Soprattutto si parla di manifattura. Era ora! L’economia di carta, la finanza, è così sconfitta a vantaggio di quella reale, la manifattura».
Cosa la lascia perplesso, invece?
«Non vorrei si trattasse solo di buoni propositi. Il piano è ambizioso e va studiato attentamente. Ripeto: bene la semplificazione, a patto che non sia de-regolazione e diminuzione dei diritti».
Però una semplificazione è indispensabile?
«Per quanto riguarda la riduzione delle forme contrattuali concordo, perché a partire dalla “legge Biagi” oltre 40 forme di lavoro flessibile e precario hanno distrutto il mercato del lavoro e il futuro dei giovani».
E condivide il contratto d’inserimento a tempo indeterminato e a tutele crescenti?
«Sì, purché al termine della prova, il neo assunto abbia tutte le tutele compreso l’articolo 18.
L’articolo 18 va mantenuto, quando il contratto, finita la prova, diventa a tempo indeterminato. Aggiungo che l’eventuale incentivo fiscale all’azienda va erogato solo se il contratto diventa a tempo indeterminato. Su una cosa sono totalmente contrario».
Cosa?
«Sull’assegno di disoccupazione universale sono totalmente contrario se è sostitutivo dello strumento indispensabile che è la cassa integrazione. La Cassa integrazione va estesa a tutti i settori che non ce l’hanno. Renzi ha un modo di procedere convulso, ma ora si discuta. Cominci il confronto con il partito e con il Parlamento».