Il Giornale: “Matteo Renzi, dopo la casa i treni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2014 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina del Giornale

La prima pagina del Giornale

ROMA – Matteo Renzi non era stato mai trattato così dal Giornale di Berlusconi, come nell’editoriale con cui il direttore, Alessandro Sallusti ha affrontato le ultime mosse del primo ministro in carica, andandoci giù duro fin dal titolo: “Dopo la casa i treni. Dietro la polemica sullo stipendio del capo delle Ferrovie ci sono alleanze e interessi: Moretti è il grande nemico dei grandi amici del premier, Montezemolo e Della Valle. Sui conti del governo tutti i numeri non tornano”.

L’editoriale di Sallusti:

Azionisti miliardari contro manager mi­lionari. È una delle novità dell’era Ren­zi, un magico mondo dove tut­to è possibile. È possibile fare finta di niente per una casa uti­lizzata in modo misterioso grazie a un rapporto ambi­guo con un signore al quale il sindaco di Firenze aveva dato appalti e incarichi. È possibi­le sputtanare uno dei pochi manager pubblici di valore, Mauro Moretti, un comuni­sta alla rovescia: detestato dai lavoratori pendolari ma amato dai borghesi che final­mente possono attraversare l’Italia su treni veloci, puliti e in orario. Renzi vuole tagliar­gli lo stipendio (alto ma in li­nea con quello dei suoi colle­ghi europei) e fin qui va anche bene. Quello che non si capi­sce è l’accanimento del pre­mier, quasi lo stipendio fosse un pretesto per costringerlo alle dimissioni. E perché mai? La verità è che Moretti è il nemico numero uno degli amici numero uno di Renzi. Parlo di Luca Montezemolo e di Diego Della Valle, i due bra­vi e prestigiosi imprenditori che hanno cercato, con il pro­getto Italo, di togliere allo Sta­to il monopolio delle ferrovie. Una operazione da miliardi di euro che stenta a decollare proprio per l’opposizione, i di­spetti e le ripicche di Moretti che ha blindato a suo favore la rete italiana.
In questo senso va letta la presa di posizione di ieri di Diego Della Valle contro Mo­retti. Strano no? Un imprendi­tore privato che entra a gam­ba tesa su una polemica tra il premier e un suo manager. Parla Della Valle, pensiamo, anche a nome del suo socio di treni Montezemolo. Dicia­mo che siamo in un leggero conflitto di interessi, che a questo punto coinvolge an­che il presidente del Consi­glio.

Con che treno sta Renzi? Con quello dello Stato o con quello dei suoi due amici ric­chi e influenti? Non vorrem­mo che dopo la casa dell’ami­co Carrai si aprisse un nuovo fronte di sospetti. Io uno l’ho già. E cioè che sì in Italia stia nascendo un cerchio magico forte e pericoloso. Ma non è quello ipotizzato in questi giorni che cingerebbe Silvio Berlusconi (ridicolo solo a pensarlo). È il clubbino di Matteo, tutto affari, interessi e vendette da consumare ve­locemente. Prima che nelle teste degli italiani si faccia lar­go un dubbio: vuoi vedere che Renzi parla parla ma alla fine fa solo i cavoli suoi e dei suoi amici?