Grecia, al tavolone Ue 17 falchi e 10 mediatori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2015 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
Alexis Tsipras (foto Ansa)

Alexis Tsipras (foto Ansa)

ROMA – “Per decenni – scrive Marco Ventura del Messaggero – in tutti i vertici europei, si è discusso della possibilità o della necessità, di fronte al crollo del Muro e alla ricaduta dei suoi detriti con tutti i contraccolpi e le conseguenze che ne derivavano, di allargare sempre più i confini dell’Europa”.

L’articolo del Messaggero: L’obiezione che alcuni facevano era che una Unione così vasta e frammentata (oggi 28 Paesi, 19 dei quali con l’Euro come moneta unica) avrebbe inevitabilmente visto scemare la sua capacità decisionale. Specialmente se il meccanismo della governance, sul quale proprio l’Italia di Renzi ha combattuto una battaglia riformatrice durante il suo semestre di presidenza, rimane quello intergovernativo che su molte questioni impone l’unanimità (e quindi concede diritto di veto ai singoli). Un sistema che è frutto della timidezza nella progressione verso l’Unione politica e monetaria, che ha reso faticoso e a volte impossibile prendere decisioni anche importanti su temi decisivi.

ALLEANZE STORICHE

L’Italia, ancora una volta, ne sa qualcosa, essendosi scontrata con la diversità babelica di posizioni dei singoli Paesi circa la politica dell’immigrazione e la ridistribuzione dei profughi per quote obbligatorie (poi vincolanti, infine volontarie). Ma adesso che l’Europa a 28, non solo quella a 19 dell’Eurozona, si riunisce per decidere il trattamento da riservare alla Grecia ribelle di Tsipras, ecco che vengono alla luce anche le famiglie, le alleanze storiche, gli sposalizi d’interesse che si sono via via formati con l’allargamento. La Germania di Angela Merkel, passo dopo passo, ha costruito un’Europa dimensionata e proporzionata alla propria “grandezza” di Paese leader. Una strategia espansiva, la sua, concordata con gli Stati Uniti che avevano interesse a espandere i confini Ue e Nato per contenere la Russia, e che a conti fatti ha consentito a Berlino di riconquistare politicamente ed economicamente un ruolo egemone.
DUOPOLIO ARCHIVIATO

È stato così archiviato, giorno dopo giorno, il duopolio dell’asse con la Francia. Berlino ci è riuscita grazie alla riunificazione tedesca e ai “nuovi acquisti” dell’Unione negli ultimi anni. La Germania, infatti, è oggi tutt’altro che un’aquila solitaria. La sua immagine di Paese leader solitario e non troppo ben visto dal resto dell’Unione è falsa. È un falco, la Germania, contornato di falchetti. Semplificando, non è sbaliato affermare che fra i 27 paesi Ue che domenica si pronunceranno sul ”caso Grecia” ben 17 sono su posizioni di severità. Ecco perché Berlino ha i numeri per imporre la rotta, non solo per suggerirla. Lo stormo delle colombe, infatti, si riduce in questo momento solo a due Paesi: Francia e Cipro. Una coppia, quella sì, isolata. La Francia di Hollande lavora per tenere la Grecia dentro l’Europa a ogni costo. Ma il presidente francese è indebolito dalla fragilità sociale ed economica della Francia, gravata da una crisi senza precedenti che la pone sull’orlo di una china da Pigs, oltretutto minacciata all’interno dal proliferare di pulsioni integraliste islamiche che hanno già prodotto, specie nella popolazione musulmana di terza generazione delle banlieu, clamorosi attentati terroristici (…).