Il Giornale: “Per salvare gli esodati stangano gli artigiani”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Dicembre 2013 - 11:07 OLTRE 6 MESI FA
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Enrico Letta (LaPresse)

ROMA – Aumenta l’aliquota a carico delle piccole aziende per risolvere il pasticcio della Fornero. Con la mazzata Tasi, Tari e Imu pagheremo fino a 7 miliardi di imposte in più nel 2013. Il governo cambia versione sulla Web tax mentre la Tobin tax resta un flop.

Scrive Gian Battista Bozzo sul Giornale:

L’ultima brutta sorpresa di questa bruttissima legge di Stabilità è un aumento delle ali­quote contributive per gli arti­giani. Un aggravio improvviso per un gruppo di cittadini, che servirà a sanare gli errori del go­verno Monti, che creò il caso de­gli «esodati». Peggio la toppa o il buco? Ma la legge che ieri sera è giunta finalmente nell’aula della Camera, e su cui il gover­no chiederà la fiducia, è un flori­legio di tasse e prelievi vari.

LA STANGATA SULLA CASA – Il governo millanta l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Pec­cat­o che la nuova tassazione su­gli immobili sia molto più pesan­te di quella attuale, e ci toccherà rimpiangere l’Imu. La Iuc – Im­posta unica comunale – non è una tassa ma un’ombrello che di tasse ne copre tre: la Tasi (tas­sa sui servizi indivisibili), la Tari (tassa sui rifiuti) e la vecchia Imu su case di lusso e seconde case. La Tasi sulla prima casa, con un’aliquota variabile fra il minimo dell’1 per mille e il mas­simo del 2,5 per mille, rischia di essere più costosa dell’Imu nel­la maggior parte dei Comuni (…)

Complessivamente, i proprieta­ri potrebbero pagare 27-30 mi­liardi di euro contro i 23 miliardi del 2012, con la vecchia Imu a pieno regime, più i 500 milioni di Irpef sugli immobili non affit­tati. Secondo la Confedilizia, nel triennio 2012-2014 si paghe­ranno fino a un massimo di 43 miliardi in più rispetto al 2011, ultimo anno di vigenza dell’Ici. Un prelievo abnorme.E c’èinfi­ne da considerare la «mini-Imu» che si dovrà pagare entro il 24 gennaio prossimo: l’imposta interessa infatti almeno 10 milio­ni di case principali. Il Fisco si aspetta circa 400 milioni (…)

BENZINA, BANCOMAT FISCALE – Clausola di salvaguardia a par­te, il primo aumento delle acci­se (le tasse) su carburati e lu­brificanti scatta il 1 gennaio prossimo, con un aumento di 0,5 centesimi al litro per finan­ziare la «credit tax cinema». Poi, nel biennio successivo, le clausole di salvaguardia, che valgono almeno 2 centesimi al litro. Infine, nel 2017 e nel 2018 un ulteriore scatto dal va­lore di circa 200 milioni di eu­ro per ciascun anno.

PATRIMONIALE SUL RISPARMIO – Con la legge di Stabilità au­mentano i «bolli» sui conti di deposito (non i conti correnti) dove i risparmiatori parcheg­giano gli investimenti finan­ziari. L’imposta di bollo sale al 2 per mille dall’1,5 per mille fis­sato dal governo Monti. Viene eliminata l’imposta minima di 34 euro, così ci guadagna chi ha piccoli depositi, ma tut­ti gli altri pagheranno di più. Aggravio anche per le impre­se: prima pagavano fino a un tetto massimo d’imposta di 4.600 euro, che dal 1˚ gennaio prossimo aumenta a 10mila euro. Aumenta al 2 per mille anche l’imposta sulle attività finanziarie detenute all’este­ro da residenti italiani.

PRELIEVO SUL MONTE STIPENDI –  Le imprese con più di 15 dipen­denti che non hanno accesso alle forme tradizionali di am­mortizzatori sociali, come la cassa integrazione, dovranno versare all’Inps una quota pa­ri allo 0,5% del monte stipendi per costituire presso l’istituto un fondo di solidarietà alterna­tivo. La cassa integrazione in deroga, finanziata dallo Stato, infatti va a sparire. Aumenta così il costo del lavoro.

CARO-CONTRIBUTI ARTIGIANI – La novità dell’ultima ora è l’au­mento dei contributi a carico degli artigiani per finanziare lo stanziamento destinato ai cosiddetti «esodati» creati dal­la riforma Fornero delle pen­sioni. L’aliquota contributiva degli artigiani sale al 22% (an­ziché al 21%) nel 2014 e al 23,5% nel 2015, ed arriva a regi­me nel 2016 con il 24%. L’incre­mento dei contributi servirà a pagare le spese per salvaguar­dare 17mila esodati, per un to­tale di 950 milioni di euro (…)

WEB E TOBIN TAX – Della sbandierata Google tax, è stata approvata alla fine una versione ridotta.Dall’emenda­mento originale sparisce l’ob­bligo di partita Iva per le socie­tà che effettuano commercio elettronico, compresi i colossi mondiali del calibro di Google o Amazon, ma resta per quan­to riguarda gli spazi pubblicita­ri e il diritto d’autore. La Tobin tax sulle transazioni finanzia­rie non viene modificata: resta un flop , certificato dalle entra­te 2013, 159 milioni contro la previsione di un miliardo.