Imu, tensione sul decreto; Berlusconi; pensione: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Maggio 2013 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Imu, tensione sul decreto. Il Corriere della Sera: “Letta spiega che non è «il decreto dei miracoli» quello che il governo vara oggi. C’è la sospensione dell’Imu sulla prima casa ma i capannoni industriali restano esclusi. Brunetta (Pdl): se entro agosto non si riformano le tasse sugli immobili il governo cade.”

Imu sospesa per la prima casa. Si tratta sulla cassa in deroga. L’articolo a firma di Antonella Baccaro:

“Il problema è sempre e solo uno: le risorse. Da venerdì scorso, quando il Consiglio dei ministri si riunì per varare il decreto sull’Imu e la cassa integrazione in deroga per poi rinviare tutto di una settimana, al ministero dell’Economia si è lavorato sodo per cercare di allargare le maglie del decreto. Ma il risultato non è cambiato: non ci sono soldi né per estendere la sospensione dell’Imu ai capannoni industriali e ai negozi, né per finanziare la cassa integrazione in deroga fino alla fine dell’anno. Perciò si è ritornati al punto di partenza. E sarà così, almeno fino a quando, il prossimo 29 maggio, l’Italia non sarà uscita dalla procedura d’infrazione europea, ricavando maggiori margini di manovra. Per la sospensione dell’Imu sulle prime case si è ricorsi a un semplice «anticipo di tesoreria per i Comuni, di circa due miliardi di euro» ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti. Solo un anticipo, dunque. Il differimento temporale dell’imposta a settembre o a ottobre serve proprio ad agire a saldi invariati e mantenere in equilibrio conti: «Siamo consapevoli che la quota va sostituita» ma «non è giusto determinare particolari aspettative» ha chiarito Giorgetti. Insomma il grosso delle risorse si dovrà trovare nei prossimi «cento giorni», quando sarà ridisegnata la struttura dell’imposta.”

Letta avverte: «Non sarà il decreto dei miracoli». L’articolo a firma di Marco Galluzzo:

“«Non sarà il decreto dei miracoli, lo dico a tutti coloro che cercheranno lì dentro delle cose e non le troveranno». Ha appena terminato di fare delle dichiarazioni congiunte con il premier polacco, Donald Tusk: ha discusso dei prossimi Consigli europei, di quello che deve fare la Ue per aiutare i cittadini comunitari, ma quando poco dopo incontra in una saletta separata i giornalisti italiani Enrico Letta assume immediatamente un tono più grave. «Miracoli», dice, come se qualcuno nella sua maggioranza, o nel Paese, li attendesse. Evidentemente è così. E al premier preme dire che non ne farà. Aggiunge un’altra parola chiave: «programma», e non solo per ricordare che le intercettazioni non ne fanno parte, ma per rimarcare che quella è la bussola, ciò che ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Da tutto il resto, comprese le polemiche sulla giustizia e sui processi a Berlusconi, «non mi faccio distrarre».”

Il pressing dei Comuni: adesso basta tagli. L’articolo a firma di Mario Sensini:

“Anche per questo, ieri, i sindaci si sono precipitati a Palazzo Chigi, prima del varo del decreto sull’Imu. Le garanzie sulla prima fase della riforma le hanno avute, ma è il prossimo passo che li spaventa. E non è che la presenza dall’altra parte della scrivania di Graziano Delrio, ex presidente dell’Associazione dei Comuni, li abbia confortati più di tanto. Certo, a Palazzo Chigi c’è grande consapevolezza dei problemi degli enti locali. C’è disponibilità anche ad ascoltare le Regioni, che denunciano le ristrettezza del patto di Stabilità interno, ma nel bilancio pubblico non c’è più un euro: il governo ha faticato persino a trovare i soldi per coprire gli interessi sui 2 miliardi del prestito ai Comuni. E il timore dei sindaci, neanche troppo velato, è che alla fine debbano essere proprio loro, direttamente, o indirettamente con un taglio di altre risorse, a farsi carico della riduzione della tassa promessa dal governo. Una prospettiva terrificante per i Comuni, già messi in ginocchio dai tagli degli anni scorsi, dai costi standard del federalismo che cominciano ad arrivare, dalle varie tornate di spending review decise da Roma. Con l’Imu che rischia di sparire e i soldi dell’Ici del 2010 che il governo deve ancora rimborsare, il numero dei Comuni sull’orlo del dissesto finanziario cresce ogni giorno di più.”

Pd-Pdl, duello sull’ineleggibilità. Berlusconi: finisca la guerra civile. L’articolo a firma di Virginia Piccolillo:

“Berlusconi è «ineleggibile, in quanto concessionario pubblico» e «in 67 anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta lui». Il missile alla «pax» del governo Letta arriva da Luigi Zanda, capogruppo pd al Senato, sulle pagine di Avvenire. Contraerea, all’indomani della riproposizione del ddl Alfano contro le intercettazioni. Colpisce e deflagra in polemiche. Proprio nel giorno in cui Berlusconi annuncia l’addio ai comizi: «Il presidente è rimasto particolarmente scosso dalle violenze di piazza avvenute a Brescia e ha pertanto deciso di annullare i comizi ad eccezione di quello a Roma a sostegno di Alemanno», dice Denis Verdini. Poi rettifica: «Solo ragioni organizzative». E a tarda sera Silvio Berlusconi getta acqua sul fuoco: «L’interesse del Paese vale di più di qualunque reazione. Non reagiremo alle provocazioni e ai calci negli stinchi. Le larghe intese devono porre fine a vent’anni di guerra civile tra destra e sinistra». Per il Cavaliere, «c’è una forte possibilità che questo governo duri ed è un momento epocale». Da sfruttare per fare, «oltre alle riforme economiche, anche quelle costituzionali, a partire dal rafforzamento dei poteri del premier».”

Letta: sull’Imu niente miracoli. La Stampa: “Non sarà il «decreto dei miracoli». Enrico Letta spiega la portata dell’intervento sull’Imu che sarà illustrato oggi in Consiglio dei ministri. Il Pdl: via la tassa sulla casa entro agosto o cade il governo. Arrivano 800 milioni per la cassa integrazione in deroga. Zanda rilancia l’ineleggibilità di Berlusconi. Il Cavaliere annulla i comizi.”

Pensione possibile a 62 anni ma con un assegno ridotto. L’articolo a firma di Roberto Giovannini:

“Con qualche gradualità, prendono corpo le idee con cui il neoministro del Lavoro Enrico Giovannini intende mettere mano (con l’intento di risolvere delle «emergenze») al sistema pensionistico, a quello degli ammortizzatori sociali e al mercato del lavoro. Le emergenze sono la Cig in deroga; dopo il decreto arriverà una riforma della cassa integrazione e una diversa armonizzazione con l’Aspi. La seconda è il calo delle assunzioni; in arrivo c’è una riforma della legge Fornero. La terza sono gli esodati; qui arriverà una consistente flessibilizzazione delle regole per il pensionamento. Consentendo di anticipare l’età di uscita, ma pagando una «penale» sull’importo dell’assegno. E incidentalmente – togliendo dal tavolo la mina vagante degli esodati generati dalla riforma Fornero. Ieri, intervenendo in Parlamento, Giovannini ha sviluppato proprio quest’ultima idea, accennata da Letta nel suo primo intervento alle Camere. In altre parole, c’è l’intenzione di introdurre meccanismi di flessibilità nell’uscita dal lavoro con penalizzazioni, ma «restando attenti alle implicazioni sulle persone» e su quelle della «sostenibilità finanziaria del sistema». A quanto si sa, la fascia di flessibilità per il pensionamento anticipato rispetto all’età di vecchiaia dovrebbe essere di trequattro anni. Quindi per gli uomini potrebbe essere fissata intorno ai 62-63 anni (dal 2013 l’età di vecchiaia è a 66 anni e tre mesi) con una penalizzazione «proporzionale». Oggi le donne possono anticipare il pensionamento a 58 anni e 35 di contributi, dovendo però calcolare l’assegno con il meno vantaggioso metodo contributivo. Un’altra strettissima scappatoia è prevista pure dalla legge Fornero, ma bisogna avere 42 anni e cinque mesi di contributi (caso rarissimo) o 41 e 5 per le donne. Come ha detto il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, questa flessibilizzazione sarebbe «assolutamente sostenibile». Sembra contraria la Cgil, che tuona contro «la penalizzazione delle persone»; forse è un tentativo di rendere il taglio dell’assegno meno consistente, sulla base della proposta dell’ex-ministro Cesare Damiano, che prevedeva una penalizzazione di solo l’8% per chi andrebbe via a 62 anni, del 6% a 63, e così via fino a 66 anni, per poi passare a un «premio». Va da sé che anticipando il pensionamento si «svuoterebbe» il bacino degli esodati rimasti.”

Intesa Obama-Erdogan: Siria intatta senza Assad. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:

“Lasciare intatte le istituzioni della Siria, rafforzare i ribelli e coinvolgere la Russia: sono i tre pilastri dell’accordo fra Barack Obama e Recep Tayyip Erdogan, sperando che porti al successo della conferenza di Ginevra sulla transizione dopo Assad. Al termine di una giornata di colloqui alla Casa Bianca che vede partecipare da entrambi i lati i ministri degli Esteri, della Difesa e i capi dell’intelligence sono i due leader a tratteggiare la piattaforma della riunione di Ginevra, identificata come il momento decisivo per trovare la soluzione politica ad un conflitto già costato 80 mila morti. Il presidente americano mette l’accento sulla «necessità di conservare intatte le istituzioni siriane, inclusive e fonte di stabilità» per far capire alla minoranza alawita – a cui la famiglia Assad appartiene – e ai cristiani che ciò li garantirà. Il leader turco aggiunge che «tutte le forze siriane saranno intorno al tavolo» con l’eccezione dei «terroristi»; ovvero porte aperte al partito Baath, all’attuale governo e a ogni forza politica, del regime o dell’opposizione, ma non ai miliziani di «Jabhat an Nusra», il gruppo islamico affiliato ad Al Qaeda che punta sulle gesta più efferate per imporsi fra i ribelli. Dopo il video in cui si vedeva un capo ribelle prendere a morsi il cuore estratto da un soldato siriano morto, ieri «Jabhat an Nusra» ha diffuso un nuovo filmato, girato a Dayr az Zor, che mostra suoi militanti incappucciati mentre uccidono con un colpo alla nuca 11 soldati governativi bendati e inginocchiati.”

Jfk sedotto da Hitler “È della stoffa di cui sono fatte le leggende”. L’articolo a firma di Alessandro Alviani:

“Il 3 agosto 1937 John Fitzgerald Kennedy, allora ventenne, si ferma a Milano durante un viaggio in Europa. Con sé ha un libro del giornalista John Gunther. «Ho finito di leggere Gunther e giungo alla conclusione che il fascismo è la cosa giusta per la Germania e l’Italia, il comunismo per la Russia e la democrazia per l’America e l’Inghilterra annota -. Ho trovato il libro di Gunther molto interessante, ma sembra che lui propenda per il socialismo e il comunismo e rifiuti con decisione il fascismo. Quali sono i mali del fascismo al confronto del comunismo?». Neanche tre settimane dopo, il 21 agosto, sulla strada tra Francoforte e Colonia, Kennedy scrive: «Le città sono tutte incantevoli, il che mostra che le razze nordiche sembrano essere di sicuro superiori a quelle latine. I tedeschi sono davvero troppo bravi – per questo ci si mette insieme contro di loro, per proteggersi».”

Zeman dà la colpa a Mario: «Non è razzismo». L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Monica Colombo:

“Non per il colore della pelle ma per l’atteggiamento provocatorio. I tifosi avversari accompagnano con buu e ululati i dribbling e le giocate di Mario Balotelli? Secondo Zdenek Zeman, sempre all’attacco in campo e nella vita, l’attaccante del Milan catalizza su di sé attenzioni e peggiori istinti degli ultrà delle squadre rivali per i suoi comportamenti. «Ho sempre detto che se c’erano dei cori razzisti allo stadio non mi interessava. Ma adesso penso di aver cambiato un po’ idea e se succede ancora una volta lascerò il campo, perché è una cosa veramente stupida» aveva dichiarato mercoledì alla Cnn il centravanti della nazionale. Ieri il tecnico boemo, avvistato agli Internazionali di tennis di Roma, è andato controcorrente: «Il discorso di Balotelli è un po’ strano. Non se la prendono sempre con lui perché di colore diverso, è che con i suoi atteggiamenti attira qualcosa. Se fischiano Totti in tutti gli stadi e lo offendono è la stessa cosa. Magari purtroppo oggi si gioca sul colore della pelle, ma altri giocatori del Milan di colore non vengono trattati allo stesso modo. Il problema non è il colore ma il comportamento, se uno si comporta bene non succede niente…».”