Kyenge-Calderoli, Caso Ablyazov e Alfano: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2013 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Vertice della polizia in bilico.” Oltre il limite della decenza. Editoriale di Beppe Severgnini:

“«Quando vedo il ministro Kyenge non posso non pensare a un orango». È incoraggiante sapere che il senatore Roberto Calderoli pensa, ogni tanto. Non abbastanza, però. Se riflettesse, l’inventore del Porcellum, nefasta legge elettorale, capirebbe che zoologia e politica non vanno d’accordo. Se s’informasse, e sapesse cosa dicono di lui e di noi nel mondo, il vicepresidente del Senato lascerebbe l’incarico e chiederebbe scusa. Non solo a Cécile Kyenge, ma agli italiani che rappresenta.
L’intervista al Corriere, ieri, ci presenta invece un uomo inconsapevole, che con ogni affermazione aggrava la propria posizione: «Amo gli animali. E poi il mio era un giudizio estetico, non politico». Non faccia l’ingenuo, il senatore Calderoli: non può non sapere che certi accostamenti fanno parte dell’arsenale dei razzisti. L’impressione è un’altra. Superato lo stupore per la reazione pubblica, il leader leghista ha capito che quell’uscita offensiva gli serve a riconquistare il centro della scena, dove la Lega ultimamente è transitata solo per litigi grotteschi, appropriazioni indebite e scandali in famiglia.”

Caso Ablyazov Il Pdl fa quadrato intorno ad Alfano. Articolo di Paola Di Caro:

“Arriverà entro oggi il dossier del capo della Polizia Alessandro Pansa con la ricostruzione dei fatti che hanno portato al rimpatrio della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov e al susseguente grave caso politico esploso negli ultimi giorni. Lo annuncia Emma Bonino, l’altro ministro, assieme ad Angelino Alfano, a essere coinvolto in una delicatissima vicenda diplomatica che sta mettendo in grossa difficoltà il governo, ma che — ufficialmente — vede la maggioranza far quadrato attorno all’esecutivo e ai titolari di Interno e Farnesina confidando che «si farà chiarezza» e avvertendo, da parte del Pdl, che una sfiducia ad Alfano significherebbe automaticamente «la caduta del governo». Sì perché il rischio sulla carta c’è: ieri Sel e M5S hanno presentato una mozione di sfiducia individuale (e hanno intenzione di chiedere il voto segreto, ma è il regolamento parlamentare che lo esclude prevedendo che si utilizzi «la stessa procedura» del voto di fiducia al governo, con chiamata nominale) contro Alfano che si presenterà in Aula per riferire i fatti giovedì e che per ora mantiene il totale riserbo. E la sua difesa, è presumibile, seguirà il canovaccio del dossier del capo della Polizia, che sarà il documento attorno al quale il governo si attesterà chiedendo la fiducia che da parte di Enrico Letta non è mai venuta meno in queste ore nei confronti del suo vice.”

Finanziamento ai partiti, il Pd si spacca. Scrive Alessandro Trocino:

“Scade oggi alle 12 il termine per presentare gli emendamenti al disegno di legge del governo per l’abolizione dei rimborsi elettorali. Si vedrà se l’impianto della legge terrà o se i tentativi di ammorbidirlo, facendo rientrare dalla finestra i fondi pubblici per i partiti, avranno successo. Le trattative sono proseguite per tutta la notte, perché nel Pd una sintesi non è ancora stata trovata: da una parte i renziani, che presenteranno emendamenti restrittivi, dall’altra alcuni esponenti della maggioranza pd che si battono per un mantenimento e un aumento dei finanziamenti «indiretti». E non è un caso che intervenga direttamente Matteo Renzi: «Mi aspetto che Pd, Pdl e Scelta civica aboliscano il finanziamento il prima possibile. Se il governo dovesse ritornare su quella posizione perderebbe la faccia». Oggi, intanto, il Pd rischia di spaccarsi anche sugli F35: tra le mozioni che saranno messe ai voti in Senato, oltre a quelle Pd-Pdl, Sel e M5S, ci sarà quella del senatore pd Felice Casson, che chiede la sospensione immediata della partecipazione al programma di realizzazione degli F35.”

La prima pagina de La Repubblica: “Bufera su Alfano, Pdl in trincea.”

La Stampa: “Viminale, ultimatum Pd a Letta.” Un governo isolato dai partiti. Editoriale di Luigi La Spina:

“Ha proprio ragione Letta quando osserva che nel mondo della politica avvengono «cose indecorose» e quando deplora la perdita del «senso delle istituzioni». Ma anche lui sa che non basteranno i suoi moniti saggi, né quelli di Napolitano, per limitare i danni che, ogni giorno, si provocano sull’immagine internazionale del nostro Paese e sulla credibilità della nostra classe politica nei confronti dei cittadini.”

“Stasera mi rutto.” Il ‘Buongiorno’ di Massimo Gramellini:

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“Nella frase «Calderoli dà dell’orango alla ministra Kyenge», la parola più nauseante è Calderoli: per la sua recidività. Sono vent’anni che l’Italia si deve occupare delle bizze razziste dei leghisti da bar, vent’anni che molti cittadini non ancora del tutto imbarbariti schiumano d’indignazione, vent’anni che viene loro risposto che si tratta di battute innocenti e che chi non ride a crepapelle è un buonista o un ipocrita….”

La maledizione del Viminale Una poltrona “pericolosa” fra scandali e dimissioni. Articolo di Marcello Sorgi:

“Momento nel quale il ministro e vice presidente del Consiglio è stato molto assorbito dai problemi politici che affliggevano l’inedita maggioranza degli alleati -avversari. Ma perché la caratteristica della maledizione è proprio di colpire il responsabile del ministero alle spalle, e a volte anche molto tempo dopo che ha lasciato l’incarico. Tal che è dura a morire la leggenda dei traslochi degli inquilini del Viminale, accompagnati, fino a qualche anno fa, da quintali di carte da portar via, a futura memoria e discolpa da scandali e intrighi a scoppio ritardato. A dispetto della sua intestazione, infatti, l’Interno ha sempre avuto una consistente propaggine esterna e una sorta di doppio comando, in cui la parte più alta della struttura doveva barcamenarsi tra le esigenze politiche del responsabile «pro-tempore» italiano e la fedeltà di sempre all’alleato straniero, gli americani che negli anni della guerra fredda, ma anche dopo, consideravano l’Italia una sorta di protettorato e il responsabile dell’Ufficio Affari Riservati Federico Umberto D’Amato, un prefetto con la passione del grand-gourmet, un loro diretto dipendente.”

Il Giornale: “Piano per far cadere Letta.” Editoriale di Alessandro Sallusti:

Diritti civili? Balle. Della sorte della moglie e del­la­figlia del dissidente kazako Ablyazov non im­porta a nessuno di coloro che in queste ore si stracciano le vesti per la loro espulsione, con rimpatrio, decisa in modo veloce e un po’ ambiguo dalle autorità italiane con il pretesto di documenti falsi. Non fac­ciamo i finti tonti. L’obiettivo della rivolta presunta civile capitanata, guarda caso, da Repubblica , non è la sicurezza di mamma e figlia, alle quali peraltro in Kazakistan nessu­no ha intenzione di torcere un capello e che vivono libere a casa loro. Lo scopo è fare più casino possibile per fare salta­re in aria il nostro governo,quell’asse Letta-Alfano che do­po il caos uscito dalle urne ha sbarrato la strada prima a Ber­sani e poi a Renzi. Fuori dal tempio il Pdl, e poi vada come vada, o per via elettorale o con ribaltoni parlamentari. Si spiega così l’assalto ad Angelino Alfano, ministro dell’In­terno e quindi possibile colpevole di un presunto pastic­cio: dimettiti, ha ordinato ieri il direttore della Repubblica in lacrime per la sorte delle due donne, ma soprattutto ben consapevole che «no Alfano, no governo». Allo scopo si sta piazzando la ben nota artiglieria mediatica e già si chiama in causa Silvio Berlusconi (senza non c’è gusto,allo scanda­lo manca il quid).
Le cose stanno così. In Kazakistan, Paese che trasuda di gas e petrolio, c’è un presidente, Nazarbaev, che in queste ore viene fatto passare per un pericoloso dittatore amico di Berlusconi ma che in realtà, anche se nessuno lo scrive, è stato ed è riverito e ricevuto da tutti i leader del mondo, da Cameron a Barroso, dalla Merkel a Obama, senza che que­sto abbia mai destato scandalo. Un suo ex ministro, Abl­yazov, lo ha tradito ed è in fuga per il mondo inseguito da tre mandati di cattura internazionali per truffe e reati con­tro lo Stato (non solo il suo).”

Il Fatto Quotidiano: “Il Pd ingoia anche Alfano. Renzi: così Letta non dura.” Kazaki e cazzari. Editoriale di Marco Travaglio:

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“Ora ci spiegano che, sul ruolo dei ministri Alfano e Bonino nello scandalo kazako, bisogna attendere fiduciosi il rapporto del capo della Polizia appena nominato dal vicepremier e ministro Alfano a nome del governo Letta per conto del Quirinale. Come se il nuovo capo della Polizia potesse mai sbugiardare il superiore da cui dipende e mettere in crisi il governo che l’ha nominato. Suvvia, sono altre le indagini imparziali che andrebbero fatte. Ci vorrebbe una Procura indipendente dalla politica, quale purtroppo non è mai stata, almeno nei suoi vertici, quella di Roma, che in questi casi si è sempre mossa come una pròtesi del governo di turno. Quindi lasciamo stare le indagini e limitiamoci alle poche cose chiare fin da ora. Se la polizia italiana ha cinto d’assedio con 40 uomini armati fino ai denti il villino di Casal Palocco per sgominare la temibile gang formata da Alma e Aluà, moglie e figlia (6 anni) del dissidente Ablyazov, e spedirle fermo posta nelle grinfie del regime kazako, è per un solo motivo…”