Laura Boldrini smentita da Fini: “In aula si può parlare del Colle”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2013 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA
gianfranco fini

Gianfranco Fini (LaPresse)

ROMA – “Nessuna norma vieta di parlare del presidente della Repubblica in Aula. Mi è capitato di interrompere un onorevole, ma solo perché il suo commento nei confronti del Capo dello Stato è andato oltre la considerazione politica”. A chiarirlo è Gianfranco Fini, dal 2008 al 2013 presidente della Camera.

Scrive Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano:

L’occasione, dopo l’esilio post elettorale, è stata la sua partecipazione allo streaming del FattoTv in un confronto serrato con i direttori Antonio Padellaro e Peter Gomez. L’ex segretario di An, cofondatore del Pdl e leader di Fli, in uscita con il libro Il Ventennio. Io Berlusconi e la destra tradita (Rizzoli), fa luce sulla querelle che da mesi si trascina in Parlamento. Da quando Pietro Grasso e Laura Boldrini, i presidenti di Senato e Camera, hanno cominciato a ripetere lo stesso refrain: “Non si può nominare Giorgio Napolitano”. Un monito arrivato lo scorso luglio ad Andrea Coletti (M5S), quando fu bloccato dalla presidente della Camera mentre definiva “Napolitano capo indiscusso del Pd e del Pdl”. “Lei – esplose Boldrini – non può parlare così del Capo dello Stato. Fa parte del regolamento”.

Fu poi la volta di un altro 5 Stelle, il senatore Nicola Morra, interrotto durante un intervento sulla sfiducia al ministro Alfano. “Non sono ammessi riferimenti al Capo dello Stato”, disse Grasso. Una norma di cui Fini nega l’esistenza. “Persino quando fu presidente della Repubblica Francesco Cossiga, e il suo andava oltre l’interventismo alla Napolitano, – sottolinea – se ne poteva parlare in Aula”. Proprio il partito di Napolitano (l’ex Pci) nel 1991 chiese l’impeachment per Cossiga. Fini, senza paure di censure, spiega che “il vero regista di questa fase politica è il Quirinale, visto che la spaccatura tra Pdl e Forza Italia è anche l’effetto delle larghe intese che, invece, di realizzare riforme condivise, hanno annullato Scelta Civica, messo in bilico il Pd e lacerato il centrodestra ormai diventato un’area centrista” (…)