Libero: “Il bluff dell’eurocomunismo e gli altri errori del segretario”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Marzo 2014 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA
Il bluff dell’eurocomunismo e gli altri errori del segretario

Enrico Berlinguer

ROMA – “Il bluff dell’eurocomunismo e gli altri errori del segretario”. Questo il titolo dell’articolo a firma di Pierangelo Maurizio sulle pagine di Libero:

C’era da aspettarselo. E puntualmente il parallelismo è arrivato nella valanga di melassa sull’ex segretario del Pci. Enrico Berlinguer come Papa Francesco.

È riuscito a scriverlo Eugenio Scalfari nella sua omelia domenicale su Repubblica. Precisamente: “Tutti e due hanno seguito un percorso di riformismo talmente radicale da produrre effetti rivoluzionari”.

Berlinguer? Effetti rivoluzionari? E quali? La «questione morale» di Berlinguer (ampiamente evocata da Scalfari), è una delle più grosse bufale dell’immaginario politico. La matrice del malriposto senso di superiorità morale dei comunisti italiani. Per carità, è fuori discussione l’onestà personale di Berlinguer. Ma qualcuno può dimostrare che i Moro, gli Andreotti, i Gava, i Saragat, sono morti ricchi? È smentito dai numeri provenienti da uno degli ambiti più amati da Scalfari: la Banca d’Italia. Ma il Fondatore evidentemente non li ha mai letti. Mentre Berlinguer predicava la «questione morale», esplodeva il debito pubblico italiano, con l’apporto – decisivo – del Partito di cui era segretario. Dal ’46 e per tutti gli anni ’50 il debito si attesta sull’equivalente di 2- 3 miliardi (due-tre non duemila-tremila) di euro, con un rapporto debito/ Pil – udite – intorno al 30% e addirittura, nel boom economico degli anni ’60, sotto il 30%. Nel ’72 i miliardi diventano 20, 25 nel ’73, 95 nel ’79 con un rapporto con il Pil raddoppiato, intorno al 60% (per arrivare al 105% bisogna aspettare il «governo tecnico» di Giuliano Amato nel ’92…). Che cosa è successo nel ’72? Molte cose. Tra queste la nascita, con un quarto secolo di ritardo, delle Regioni. Enormi baracconi e centri di spesa che la Dc, ob torto collo, accetta di realizzare per contenere la spinta e indirizzare la pressione del Pci in un ambito istituzionale. E poi l’assalto alle amministrazioni comunali (dove i comunisti già c’era – no abbondantemente), provinciali, aziende pubbliche, la sanità. Eccetera eccetera.

Questo dimostra che il Partito comunista italiano ha partecipato a pieno titolo a crescita della spesa pubblica e sistema delle tangenti. Con un’anomalia rispetto agli altri: ha continuato a beneficiare dei finanziamenti dall’Urss per tutti gli anni ’70 e oltre. Berlinguer, nonostante gli sforzi anche nobili, il cordone ombelicale con Mosca non lo ha mai rotto. Il partito con la sua segreteria ha mantenuto una doppiezza di fondo. Dal bluff dell’«eurocomunismo» al cinismo della ragion di Stato durante il sequestro Moro, e prima nella repressione del movimento del ’77, il Pci di Berlinguer ha commesso una serie di errori tragici per la sinistra italiana e il Paese. Con buona pace di Scalfari & company, non è mai stato rivoluzionario né riformista, ma tremendamente conservatore (…)