Libero: “La Scala e il Piccolo rischiano di chiudere”. Maroni: “Intervenga il governo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Ottobre 2013 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA
Libero: "La Scala e il Piccolo rischiano di chiudere". Maroni: "Intervenga il governo"

Libero: “La Scala e il Piccolo rischiano di chiudere”. Maroni: “Intervenga il governo”

ROMA – “La Scala e il Piccolo rischiano di chiudere, mentre per fiction e cinema arrivano contributi a pioggia” si legge su Libero che riporta anche le accuse di Maroni che chiede l’intervento del governo. Sotto accusa il decreto cultura del ministro Bray:

La politica milanese e lombarda non ci sta, tanto che da settimane sia il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sia l’assessore alla Cultura della Regione, Cristina Cappellini, gridano allo scandalo. Risultati ottenuti: zero. Da ieri a picchiare i pugni sul tavolo ci si è messa la Lega. Il primo a parlare è stato il governatore, Roberto Maroni. «Voglio incontrare il ministro Bray che sarà a Milano nei prossimi giorni e prendere delle misure concordate con Pisapia». Ed ha aggiunto «È un grido di allarme forte, il governo deve intervenire subito, si rischia di chiudere sia Il Piccolo che la Scala». Molto più esplicito, come al solito, Matteo Salvini.

Il primo a parlare è stato il governatore, Roberto Maroni. «Voglio incontrare il ministro Bray che sarà aMilano nei prossimi giorni e prendere delle misure concordate con Pisapia». Ed ha aggiunto «È un grido di allarme forte, il governo deve intervenire subito, si rischia di chiudere sia Il Piccolo che la Scala ». Molto più esplicito, come al solito,Matteo Salvini. «Per Letta a Milano sono pronti i pomodori », ha detto ieri il segretario lumbard, che si domanda «Dove sono intellettuali e artisti sempre pronti a indignarsi e protestare? La sinistra ha ucciso anche la cultura? Giù le mani dai gioielli di Milano». Per il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Massimiliano Romeo, «è scandaloso che la sinistra lombarda al governo non sia in grado di tutelare gli interessi della nostra regione. Nemmeno quelli di istituzioni sacre come la Scala e il Piccolo».

Da verace leghista rispolvera il Roma ladrona e condanna: «Ovvio, i soldi per il cinema li hanno. È sempre lo stesso meccanismo: tirano via dal Nord per dare a Roma. Ma che stanno a fare gli ex consiglieri regionali del Pd come Mirabelli, Martina eCivati a Romma?Di cosa si occupano? Invece di discutere di “alta”poli – tica, perché non tutelano gli interessi della terra dove hanno preso i voti?». Per Romeo, purtroppo, è evidente che «il Pd è totalmente romanocentrico» e  questa vicenda della Scala lo dimostra in modo lampante. Quello che potrebbe succedere alla Scala e al Piccolo è semplice: si tratta di un quasi commissariamento. Il sovritendente, dal 2015, sarà scelto dal ministero e i soci privati sarebbero costretti a ridursi di numero per rispettare assurdi criteri di contribuzione. Inoltre, ciò che preoccupa più i sindacati, sono i tagli agli organici ela riduzione dei contratti integrativi. Il problema del decreto cultura è che se da una parte regala al cinema e alle fiction un fondo fino a 120 milioni di euro in tax credit su nuove produzioni (e trova 5 milioni di euro anche per il Maxxi di Roma che è presieduto dalla ex parlamentare del Pd Giovanna Melandri), tratta Scalae Piccoloalla stregua del Maggio Fiorentino, del Massimo di Palermo, del Petruzzelli di Bari che sono in amministrazione straordinaria per dissesto finanziario. La Scala, a differenza dei tre teatri citati che da due anni chiudono i bilanci in rosso, ha chiuso il budget 2012 in pareggio. Ha dovuto tagliare il contratto integrativo e anticipare un contributo di un privato, ma ce l’ha fatta. Quest’anno il quadro è meno roseo, ma non è ancora detta l’ultima parola.