Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Rondolingua”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2015 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Rondolingua"

Fabrizio Rondolino (Ansa)

ROMA – “Rondolingua” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di martedì 29 settembre.

È stato ingiustamente trascurato l’evento giornalistico dell’anno, o forse del mese, o più probabilmente del giorno, anzi del minuto: Fabrizio Rondolino, dopo lungo girovagare, è tornato a casa, all’Unità, dove tiene pure una rubrica web dedicata – bontà sua – al Fatto. Vi era approdato nel 1988, paracadutato dalla Fgci,e ne era decollato nel’96 per “curare l’immagine” di D’Alema, il che spiega l’immagine che ha D’Alema.Da tempo era il suo inviato e intervistatore personale, compito che svolgeva con urticante distacco.Un giorno del ’95, per dire, descrisse sobriamente ai compagni lettori “il modo in cui D’Alema pronuncia la parola ‘politica’”: “Ne scandisce le sillabe con compiaciuta circospezione. Arrotonda la p,la fa schioccare come il turacciolo di una buona bottiglia, la porge alla platea come un piatto prelibato.

Le due i quasi irrigidiscono, delimitano i confini, scandiscono il tempo e insieme lo dilatano: l’a finale si distende, s’allarga, è una a contemplativa e soddisfatta che ricomprende ogni cosa in un tutto organico e conchiuso, lapidaria come un’iscrizione, perfetta come un epitaffio”. Due anni dopo fu il segretario Max a celebrare degnamente in Campidoglio le nozze di cotanto portavoce con l’autrice Rai Simona Ercolani, paragonare sobriamente gli sposi a Ulisse e Penelope.   Era il ’97 e Max inciuciava con B. nella Bicamerale, mentre le teste d’uovo Rondolino, Velardi, Minniti e Latorre – detti “i Lothar” per le crape pelate–preparavano la sua ascesa a più alte vette. I primi due vergarono un piano di battaglia top secret per il Quirinale, esaltando in lui l’“uomo che ha fatto le riforme”, il “giovane” che “dà anche visivamente il senso del cambiamento” e della “Nuova Frontiera”, dotato di una “first family giovane e bella” e di straordinarie “analogie con Mitterrand”, anche lui “intellettuale, padre di tutti, uomo saggio e stratega”: due gocce d’acqua. Purtroppo la stampa ancora tardava a beatificare il “Presidente di Tutti”,dunque–ragionavano Rondolino e Ve-lardi, molto lucidi – “dobbiamo cambiare i giornali” e “portare alla guida del Corriere e di Repubblica due direttori di garanzia che riconoscano il primato della politica”: “la convinzione ormai diffusa che resteremo a lungo in sella potrà indurre le proprietà a una discussione proficua”. E pure il Santo Padre:“la fase di‘accreditamento’ di D’Alema potrà dirsi conclusa il giorno dell’incontro con il Papa”. Che deve fare però il “D’Alema padre o zio saggio” e il “D’Alema fratello” per “conquistare e sedurre la gente”?

Un gioco da ragazzi:“muovere la testa più liberamente: un movimento dolce dal basso in alto,come di un gatto che fa le fusa” (non a caso l’astuto portavoce convinse il novello Mitterrand a cucinare un risotto a Porta a Porta e a ostentare scarpe “su misura da un milione e mezzo”, da lui poi celebrate in un articolo dal titolo “Seduzione è buongoverno”). Il prezioso incunabolo, ritrovato da Alessandra Sardoni, s’intitolava “D’Alema99. Che facciamo nei prossimi due anni?” ed ebbe presto risposta. Specie il vaticinio“resteremo a lungo in sella”: rovesciato Prodi nel ’98, Max perse tutto in un anno e mezzo: Quirinale, Regionali e governo. Rondolino durò anche meno: a fine ’99, all’uscita del suo primo e ultimo romanzo erotico, fu cacciato da Max per l’unica cosa buona fatta in 40 anni. Ma cadde in piedi: su un bel contratto Mediaset per il Grande fratello e poi per altri programmi di alta cultura: Il Ristorante, La pupa e il secchione, Un due tre stalla! Perciò le migliori testate se lo strappavano a morsi: Panorama, Magazine-Corriere, Stampa,Foglio,Riformista,Giornale, Europa, Canale5 e La7. Tanto lui è come le piante grasse: dove lo metti sta. Sempre a favore del padrone di turno. Nel 2006 lavora a Canale 5: dunque si lancia sul Foglio in un peana al “gruppo dirigente Mediaset”che tutti “dovrebbero ringraziare” e propone B. senatore a vita e “presidente di una nuova Bicamerale”. Nel 2011 scrive sul Giornale, ergo definisce B. “un grand’uomo” e si bagna tutto: “Più volte B. ha ricordato la gioia che suo padre portava in casa‘come se avesse il sole in tasca’. È un’espressione molto bella, perché il sole deve riscaldare e rischiarare, ma deve anche restare nascosto in tasca per non accecare chi lo guarda”.Nel 2012 la Santanchè (“donna straordinaria”)lo promuove sul campo “consulente politico” e suo “rappresentante alle riunioni sulle primarie Pdl”.   Lui intanto fonda con Velardi il blog The front page, che insulta D’Alema (“fanatismo del tono, approssimazione nell’analisi, balbuzie strategica, afasia tattica”) e slingua Renzi (“ne sono infatuato, come politico è grandissimo”).

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 29/09/2015.