“Repubblica killer del Pd, partito distrutto da un tweet”: Libero

Pubblicato il 22 Aprile 2013 - 07:18 OLTRE 6 MESI FA
Borgonovo: attacco a Repubblica

“Un partito distrutto da un tweet” è il titolo di uno sgradevole attacco al Pd e soprattutto al quotidiano La Repubblica da parte  di Francesco Borgonovo su Libero.

Francesco Borgonovo, di Reggio Emilia, 30 anni, polemista di Libero, è noto anche a chi non legge Libero perché fu oggetto di una telefonata fattagli da Carlo Freccero, direttore di rai4, nel marzo 2012, in cui Libero veniva accusato di aver fatto spostare una serie tv in seconda serata con una sfilza di insulti tipo: “Cretino!! siete un giornale di merda! Fate come la Lei, prendete ordini dai cardinali pedofili”.

Il tono dell’articolo non è da meno: truculento, fin dalle prime righe si parla di un “truce reality show che esibisce la morte del Partito democratico” e di “killer che agiscono alla luce del sole,  assassini politici seriali che hanno somministrato il veleno quotidiano finché il corpaccione democratico non s’è accasciato al suolo”.

Secondo Francesco Borgonovo

“il Pd è stato ammazzato dai suoi consiglieri. È caduto nel trappolone delle sirene e ne è stato fatto a pezzi. È stato devastato dalle primarie, che ne hanno infettato le ferite fino alla cancrena”.

“L’ossessione della piazza da accontentare è ritornata prepotente nei mesi passati, fino allo spettacolo desolante degli ultimi giorni. Un’intera classe dirigente, quella progressista, prigioniera di Twitter. Avendo completamente smarrito il polso del Paese, imbambolati da Beppe Grillo, si sono affidati alla rete. Che è ondivaga e spesso estremista.

“Piazza, bella piazza: ma oltre a internet e agli urlatori ci sono milioni di elettori meno visibili che un segretario è chiamato a rappresentare”.

Poi l’attacco:

“Non bastasse la debolezza del pilota, ci si mette pure l’incompetenza dei navigatori. Su tutti, quei geniacci di Repubblica (giornale per cui scriveva Miguel Gotor, fallimentare consulente bersaniano). Illustri commentatori che da due giorni infieriscono sul cadavere di Bersani, dimenticando che a condurlo dove si trova sono stati loro”.

Borgonovo mira a Repibbblica e lo fa con asprezza, quasi con violenza:

“Lo [Bersani] hanno appoggiato sin dall’inizio. Fu Carlo De Benedetti, lo scorso ottobre, ad augurarsi che[Bersani] vincesse le primarie: «È una persona saggia ed equilibrata e non ci porterebbe verso nessuna avventura», disse. Lungimirante”.

Si deve al «partito Repubblica » se in questi anni è stato fomentato il più feroce antiberlusconismo, la malattia senile dei post comunisti che impedisce ogni contatto con l’avversario. Se Bersani se n’èandato a spasso dietro a Grillo – che l’ha menato per il naso con sommo gusto – è anche grazie al martellamento feroce contro il Cavaliere portato avanti in questi anni.

“Ancora venerdì [19 aprile] Curzio Maltese accusava i vertici del Pd (in specie Bersani) di essere «cinici, ostinati e dilettanti». Peccato che poi indicasse due scelte possibili per l’elezione del presidente: Prodi o Rodotà. Scaltro.

[Sabato] “Ezio Mauro tuonava contro l’ex amico Pier Luigi Bersani, definendone «doverose» le dimissioni. «Mancanza di guida, cupio dissolvi, dipendenza dal flusso dei tweet più che da qualchecorrente di pensiero », questi i difetti del partito secondo” Mauro, il quale si disperava perché il Pd ha bruciato «un uomo antico e rispettabile come Marini» e il fondatore Prodi. Ma come, non è stata Repubblica a stampare gli appelli di Barbara Spinelli e Michele Serra per Rodotà?

“Lo stesso Serra scriveva: «L’indispensabile è che il Pd si taccia, e accetti serenamente un dato di fatto: (…) nessuno pretende alcunché da lui, se non che si faccia dacanto e lasci lavorare gli altri».

“E poi Mauro si lamenta della «cupio dissolvi»? Se il Pd è morto, lo dobbiamo a queste persone. Ecco perché le ringraziamo sentitamente”.