Scalfari post Berlusconi: alla ricerca di una borghesia che non c’è (mai stata)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2013 - 16:53| Aggiornato il 3 Settembre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Scalfari post Berlusconi: alla ricerca di una borghesia che non c'è (mai stata)

Eugenio Scalfari

In Italia, tra i cittadini di ogni tendenza politica,

“l’opinione più diffusa, al di là delle diverse posizioni, è in favore della stabilità. L’ipotesi di imminenti elezioni politiche o di crisi di governo prive di alternative credibili, creano timore e rifiuto. Questo sentimento è comune al 70-80 per cento dei cittadini e rappresenta quindi una condizione che determina l’intera nostra situazione politica ed economica”.

Questo sostiene Eugenio Scalfari su Repubblica e basta andare per strada per capire che ha ragione.

Per effetto della “cosiddetta abolizione della Imu, che è una scemenza di Berlusconi ma che molti si sono convinti essere importante,

“la stabilità ne è uscita rafforzata ed è destinata a reggere nonostante le bizze, le rivalità e la faziosità del piccolo mondo politico che stenta a recuperare consapevolezza e dignità di comportamenti”.

Berlusconi, scrive Scalfari,

“si sente perso e fa di tutto per non abbandonare il proscenio dove da vent’anni e più recita la parte del protagonista. Si direbbe che, risolta la questione Imu, il re è nudo. Inutile dire che quel nudo offende al tempo stesso la morale e l’estetica, non dei moralisti e giustizialisti ma dei milioni di persone perbene che hanno assistito con indignazione e disgusto alla corruzione dilagante, al prevalere degli interessi privati, al degrado della società e della dignità del Paese.

[…]

“Il tema della Imu merita tuttavia ancora qualche parola per chiarirne la portata che a mio avviso non è stata spiegata secondo realtà.

“Nel suo discorso di investitura di qualche mese fa in Parlamento Enrico Letta aveva detto che l’Imu sarebbe stata “rimodulata”. In che modo? Sostituendola con un’altra imposta comunale sugli immobili, come esiste in tutti i Paesi europei.

“Ci volevano alcuni mesi di tempo per effettuare questa rimodulazione; nel frattempo il pagamento delle rate dell’Imu sarebbe stato sospeso. Così è ora avvenuto. L’a Imu 2012 (già pagata) non è stata rimborsata come aveva promesso Berlusconi, ma la prima rata 2013 è stata cancellata con decreto e una copertura certa e approvata dalla Ragioneria dello Stato. L’abolizione del saldo è un impegno politico che prenderà forma di decreto a metà ottobre insieme alla legge finanziaria e al disegno della nuova “service tax” che sostituirà la Imu rimodulandola.

“Questo è avvenuto e avverrà e non si vede in che cosa tradisca gli impegni presi da Letta quando ottenne la fiducia. Le poche risorse disponibili potevano essere utilizzate per altri e più importanti scopi sociali? Credo di sì, ma il governo sarebbe stato battuto con lo spot sull’Imu e il re non sarebbe stato denudato di fronte alle sue private responsabilità. Senza governo è evidente che nessun’altra decisione poteva esser presa. Si sarebbe aperta quella crisi politica che il grosso dei cittadini non gradisce ed anzirifiuta.

“Infine: per quanto riguarda il saldo dell’Imu, la copertura nelle sue grandi linee c’è già ma il decreto non c’è ancora ed è una delle necessarie astuzie della politica. Soltanto a metà ottobre Berlusconi sarà definitivamente decaduto dagli incarichi pubblici; se il suo partito e lui stesso perdessero la testa e i ministri si dimettessero dal governo, la rata dell’Imu dovrebbe essere pagata dai contribuenti, la rimodulazione non avverrebbe e l’intera responsabilità cadrebbe sulle spalle del Pdl”.

[…]

“Nel frattempo, i moderati debbono costruire una forma di rappresentanza politica che abbandoni totalmente il populismo e si configuri come una destra democratica ed europea rendendo possibile l’alternanza con una sinistra democratica e riformista. È interesse di tutti che questa trasformazione avvenga e non mancano nel Pdl persone che stanno già lavorando a quel progetto: Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Fabrizio Cicchitto e molti altri. Vanno incoraggiati, ma il loro compito è molto difficile; la sua riuscita presuppone infatti che in Italia esista unaborghesia moderata che dia lo sfondo sociale ad una simile operazione.

“Purtroppo in Italia una borghesia moderata non c’è, anzi – per essere ancora più chiari – in Italia non esiste una borghesia se con questa parola s’intende una classe generale che abbia al tempo stesso un ruolo economico, sociale, politico. E purtroppo non esiste più una classe operaia che sia anch’essa una classe generale con ruoli economici, sociali e politici”.