Stefano Rodotà, l’asso nella manica di Beppe Grillo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2013 - 16:32| Aggiornato il 23 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Stefano Folli sul Sole 24 Ore in un pezzo dal titolo “Grillo ha una strategia ma Pd e Pdl possono chiudere la partita (se riescono)” passa in rassegna le tattiche degli schieramenti per vincere la sfida del Quirinale: riuscire a imporre un proprio candidato o perlomeno a non far eleggere un “nemico”. Folli si sofferma in particolare sulle mosse del leader del Movimento 5 Stelle:

«L’idea di puntare su Milena Gabanelli, eccellente giornalista televisiva d’inchiesta, facendo di lei la “bandiera” dei Cinque Stelle (anche se è persona estranea al movimento), contiene in sé un paio di evidenti significati. Il primo è che Grillo vuole marcare la distanza fra sé e l’asse del compromesso Pd-Pdl. Lui è l’unico puro rispetto alle sordide manovre dei politici. Lui presenta un nome fresco e innovativo rispetto ai personaggi “del passato”, quali Amato, Marini o altri. Siamo alla ripresa in grande stile della campagna anti-casta e contro qualsiasi intesa che si proponga di gestire gli equilibri istituzionali. La potremmo definire la seconda fase della “rivoluzione” grillina, anche se nessuno sa bene cosa ci sia dietro l’angolo.

Secondo, la Gabanelli resta pur sempre un nome simbolico. All’occorrenza, magari dopo le prime votazioni, può lasciare il posto a un volto più adatto al Quirinale, assai meglio attrezzato dal punto di vista giuridico e dunque più capace di sedurre la vasta platea parlamentare del centrosinistra. In una parola, un nome eleggibile. Del resto, Stefano Rodotà è terzo nella peculiare graduatoria web dei Cinque Stelle. E Rodotà è un nome che può incunearsi con una certa facilità nelle contraddizioni interne del Partito Democratico. Può dividerlo facendo intravedere che “un altro Quirinale è possibile”, che non è obbligatorio scegliere il capo dello Stato attraverso un accordo più o meno misterioso con Berlusconi.

S’intende, questo messaggio è distruttivo per il Pd di Bersani. Difficile prevedere nel dettaglio quali sarebbero le conseguenze di una strategia grillina vittoriosa, ma c’è da aspettarsi che siano clamorose e destabilizzanti. Se Grillo vuole scardinare il centrosinistra, ha imboccato la strada giusta».