Tutor, autostrade e strade extraurbane. Regole, limiti (e mappa)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Aprile 2014 - 10:28 OLTRE 6 MESI FA
La mappa dei tutor in Italia (fonte Il Giornale)

La mappa dei tutor in Italia (fonte Il Giornale)

ROMA – “Regole, limiti e furbate. Ecco i segreti del Tutor” scrive Valerio Boni del Giornale, “Un programmatore spiega i meccanismi del sistema di controllo della velocità e svela l’unica soluzione (legale) per farla franca”.

L’articolo completo:

Tutti gli automobilisti lo conoscono, quasi tutti lo temono ma pochi, quasi nessuno, sa come funzio­ni in realtà. È il SICVe, Sistema Informativo Controllo Veloci­tà, meglio consciuto con il no­me di Tutor. Il dispositivo di controllo della velocità più effi­cace e più inattaccabile dai ri­corsi, inaugurato nel 2005 e or­mai attivo su oltre 3.000 della nostra rete stradale. Che da quasi due anni ha un «fratello» in versione extraurbana, tara­to sulla velocità di 90 km/ h, per scoraggiare la pratica del pie­de p­esante sui tratti con il mag­giore tasso di incidentalità dal­la Romea all’Aurelia.
L’efficacia di questo sistema deriva proprio dal mistero che lo avvolge, dato spuntano di tanto in tanto i vademencum per aggirarne il potere, ma le sanzioni amministrative conti­nuano a piovere al ritmo di qua­si mezzo milione ogni anno. Ma ora non ha più segreti, per­ché siamo riusciti a parlare con chi ha lavorato allo svilup­po, al collaudo, alla messa a re­gime del Tutor. E ancora oggi ne cura la programmazione quotidiana che, chiaramente, vuole mantenere l’anonima­to.
Sistema democratico
Il Tutor è il sistema ideato da Autostrade per l’Italia e ge­stito dalla Polizia Stradale che ha come primo obiettivo quel­lo di ridurre gli incidenti stra­dali colpendo i professionisti dell’eccesso di velocità. Chi lo conosce bene, infatti, ci tiene a sottolineare che si tratti del dispositivo più democratico in assoluto tra quelli in uso, poiché non punisce chi supe­ra occasionalmente il limite imposto, ma solo chi perseve­ra.

Due modalità
Costituito da una rete di por­tali, collegati a rilevatori di mo­vimento che possono essere di tipo radar oppure annegati nel­l’asfalto e a telecamere, è predi­sposto per funzionare in due modalità. Quella classica in sti­le autovelox, che legge la veloci­tà istantanea, e una seconda che rileva l’andatura media su un tratto compreso tra due por­tali la cui misurazione è rileva­ta con strumenti di estrema precisone e per difetto, sce­gliendo le traiettorie più brevi
nelle curve.
Come funziona
Il rilevamento è attivo tra due portali. Il primo fotogra­fa tutti i veicoli in transito, in­dipendentemente dalla velo­cità e tiene i dati in memoria. Questo aspetto è fondamen­tale, perché è inutile e soprat­tutto pericoloso rallentare o addirittura frenare in prossi­mità di un varco. All’uscita, le auto sono nuovamente fo­tografate e il computer con­fronta i tempi di passaggio di ogni targa in transito. Se il tempo impiegato è superiore a quello calcolato per ottene­re una media di 130 km/h, i dati sono cancellati. Se inve­ce la differenza è più bassa, anche solo di un secondo, il si­stema trasferisce i dati al ser­ver per l’emissione della san­zione. Che però non è inviata immediatamente, ma deve essere prima valutata da un agente.
Le regole del «gioco»
La velocità di entrata non è calcolata, quindi non vale la re­gola di posizionare un cartello indicatore un km prima dell’in­gresso, poiché si ha tutto il tem­po per trovare l’andatura cor­retta. Ci sono poi altri elementi che caratterizzano il Tutor. In­nanzitutto sui tratti controllati non possono essere usati altri mezzi di rilevamento di veloci­tà. Inoltre un portale non può svolgere le funzioni simultanee di uscita.

Quando è in funzione
Questo è un dilemma, perché non è detto che i pannelli di segna­lazione che avvisano della pre­se­nza del Tutor segnalino l’effetti­vofunzionamento. Puòessereat­tivato con i pannelli spenti o vice­versa, e in ogni caso non si sa qua­li siano le entrate o le uscite. Solo due persone ogni giorno, vale a di­re chi effettua la programmazio­ne, possono sapere quando, do­ve e come i portali sono attivati.
Falsi miti
Tutti i sistemi che su Internet sono dati come infallibili per aggi­rare il rischio di essere pizzicati sono tutti infon­dati. Non vale lo stratagemma di viaggiare a caval­lo della linea che divide due cor­sie, perché sia i ra­dar sia i sensori elettromagnetici nell’asfalto sono in grado di legge­re il transito an­che di una moto che viaggia esat­tamente al cen­tro della riga. Tan­tomeno si passa inosservati se si viaggia sulla cor­sia di emergenza.
E non vale nem­meno la tattica di passare a veloci­tà elevatissima.
L’elusione legale
Il solo sistema valido per farla franca è transita­re solo dal porta­le di ingresso, senza uscire. Non è impossibi­le, può capitare nei tratti in cui c’è un casello di uscita prima della «porta» successiva. In al­ternativa non resta che viaggia­re ad andatura il più possibile costante, con l’aiuto di Gps, di un cruise control o di un limita­tore di velocità, mantenendosi intorno ai 137 km/h. Con la tol­leranza si è al sicuro. Ma atten­zione, in alcuni tratti, in partico­lare sull’Appennino, il limite è più basso, non bisogna dimenti­carlo.