Fecondazione eterologa: migliaia i “viaggi della speranza” all’estero

Pubblicato il 22 Maggio 2012 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 22 MAG – Sono migliaia i 'viaggi della speranza' all'estero da parte di coppie italiane per concepire un figlio attraverso la tecnica della fecondazione eterologa, vietata in Italia e sulla quale oggi la Consulta era chiamata a decidere. La Corte Costituzionale ha però deciso di rinviare gli atti ai Tribunali che l'avevano investita del caso.

La legge 40 consente la fecondazione omologa, tecnica nella quale il seme e l'ovulo utilizzati nella fecondazione assistita appartengono alla coppia di genitori del nascituro. La fecondazione eterologa si verifica, invece, quando il seme oppure l'ovulo (ovodonazione) provengono da un soggetto esterno alla coppia.

Prima del 2004, data di entrata in vigore della legge 40, anche in Italia era possibile effettuare la fecondazione eterologa. Secondo le stime, nel nostro Paese i bambini nati da fecondazione eterologa – prima che questa fosse vietata – sono qualche migliaio. Dopo la legge 40, molte coppie hanno pero' deciso di andare all'estero per poter ricorrere all'eterologa.

Il fenomeno della 'fuga' all'estero emerge anche da un'indagine del 2010 condotta in 36 centri stranieri dall'Osservatorio sul turismo procreativo. Secondo l'indagine, sono oltre 2.700 le coppie italiane che si recano all'estero per poter ricorrere alla fecondazione eterologa, ossia per utilizzare il seme o gli ovuli di un donatore esterno. Considerando che complessivamente le coppie protagoniste del cosiddetto ''turismo procreativo'' sono 4.000, sono due su tre quelle che per tentare la fecondazione eterologa si rivolgono dunque a centri di procreazione stranieri.

I costi dipendono dalle attrezzature e dall'assistenza offerte dai centri, ma anche dalla speculazione, e variano dai 2.500-3.000 euro dell'Ucraina ai 7.000- 8.000 della Spagna.

Quest'ultima è la meta principale di chi cerca un donatore e le coppie italiane in trattamento sono circa 1.400. La Spagna è una delle destinazioni privilegiate poiché adotta una legge che consente la fecondazione assistita per le donne single, l'ovodonazione, l'embrio-donazione nonché l'anonimato dei donatori. Recentemente, la questione della fecondazione eterologa si è posta all'attenzione pubblica per la vicenda di una coppia italiana che si è rivolta a un centro a Creta per ricorrere alla procreazione assistita con donazione di gameti. Il bambino nasce però con una patologia genetica rara e mortale di cui il padre non è portatore e le cui basi risiedono invece nell'ovocita donato, in anonimato, da una donna alla clinica greca. La madre mette addirittura all'asta un rene su internet per affrontare le spese per curare il piccolo, cosciente del divieto. La coppia ha scritto una lettera di denuncia al presidente della Repubblica: «Se avessimo potuto tentare di avere un figlio nel nostro Paese con le garanzie che fino al 2004 vi erano per l'eterologa, non saremmo così disperati».