La tubercolosi, antica malattia infettiva mortale sta superando il Covid, come più letale al mondo

La tubercolosi, antica malattia mortale sta superando il Covid, come malattia infettiva più letale al mondo: sta diventando una minaccia per la salute pubblica

di Maria Vittoria Prest
Pubblicato il 18 Giugno 2023 - 08:39 OLTRE 6 MESI FA
La tubercolosi, antica malattia infettiva mortale sta superando il Covid, come più letale al mondo

La tubercolosi, antica malattia infettiva mortale sta superando il Covid, come più letale al mondo

La tubercolosi, antica malattia mortale sta superando il Covid, come malattia infettiva più letale al mondo.

Secondo l’Oms, nel mondo 1,6 milioni di persone morte per Tbc nel 2021: “Sono 74 milioni le vite salvate dal 2000 ma servono più investimenti”.

In Gran Bretagna gli esperti sostengono che sta diventando una minaccia per la salute pubblica.

Il professor Robert Wilkinson, inglese, lancia un appello per unire gli sforzi di vari istituti di ricerca negli Stati Uniti, in India, Vietnam, Indonesia, Madagascar e Costa d’Avorio, al fine di individuare un vaccino condiviso per far fronte all’emergenza silenziosa. L’obiettivo finale, trovare un trattamento “one shot” che curi la TBC.

Dal 2005 l’NHS ha indirizzato l’offerta del vaccino BCG contro la tubercolosi solo a quei bambini che viaggeranno verso paesi in cui la malattia è diffusa e non invece alla platea complessiva dell’infanzia. L’immunità che si acquisisce con la vaccinazione non dura comunque oltre l’adolescenza.

Gli Stati Uniti adottano una simile strategia di contrasto con il BCG ma hanno contemporaneamente destinato ingenti investimenti per la ricerca scientifica e per la ricerca dei possibili contatti fra le persone laddove sono apparsi focolai della malattia.

Il professor Wilkinson, del Francis Crick Institute di Londra, sostiene che sia inevitabile il diffondersi di questa malattia potenzialmente letale. In Europa la curva dei contagi è in ripresa ovunque e questo dovrebbe portare le varie autorità sanitarie e di governo a garantire che tutti, compresi gli immigrati legali o illegali, abbiano la possibilità di usufruire dell’assistenza sanitaria idonea e al trattamento precoce.

Anche per il Regno Unito è l’appello del professore: il diritto alla cura per chiunque diventa un vantaggio per l’intero paese in quanto i casi di tubercolosi resistenti al vaccino stanno aumentando dopo anni di declino. Un terzo dei pazienti che ha contratto questa forma mutante di TBC sono morti.

Dal Sud Africa, la township di Khayelitsha, un insieme di baracche di ferro ondulato e container retaggio dell’apartheid, registra uno dei tassi più alti al mondo di tubercolosi resistente ai farmaci. Senza acqua corrente, senza fognature, accalcati in stanze malsane, i malati trovano la sola assistenza nel complesso di tende bianche allestito dalla clinica dell’Università di Città del Capo.

I sopravvissuti sovente restano menomati da meningite che attacca il cervello e sopravviee dopo il contagio, oppure da forme di cecità.

Storia della tubercolosi

La tubercolosi negli umani esiste da oltre 9.000 anni e dal 1600 al 1800 l’epidemia fu conosciuta con il nome di Peste Bianca, responsabile del 25% di tutti i decessi in Europa. Oggi si stima uccida nel mondo una persona ogni 20 secondi.

La scienza ha fatto progressi nell’individuazione della malattia ma non esiste ancora un vaccino che funzioni negli adulti. Per i bambini, invece, è diffuso a livello mondiale l’utilizzo del BCG anche se l’immunità è parzialmente garantita sino all’adolescenza e senza ancora un vaccino di richiamo.

La malattia si è nel frattempo evoluta in diversi ceppi per lo più resistenti a quei pochi antibiotici che oggi sarebbero in grado di curarla perché le comunità più povere e degradate non hanno i mezzi per somministrali per sei mesi, cioè il tempo necessario a debellare l’infezione.

La forma più conosciuta di tubercolosi colpisce i polmoni ed è causata da un batterio. Si diffonde attraverso l’aria con la tosse, gli starnuti e gli sputi. I soggetti più a rischio sono i bambini, i fumatori, i diabetici e le persone con il sistema immunitario compromesso.

Il processo da seguire

Il Professor Wilkinson è convinto che unire gli sforzi a livello mondiale possa portare a nuove scoperte scientifiche utili a ridurre il contagio e invita a riutilizzare farmaci già in commercio comprese le potenti pillole antinfiammatorie.

Ricorda che l’Infliximab, per esempio, attualmente utilizzato per trattare malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, ha dato prova di contrasto alla meningite da tubercolosi anche se per ora rimane ancora a livello di ipotesi.