Mip-C, la malattia mortale connessa al Covid: quali sono i sintomi e come riconoscerla

di redazione salute
Pubblicato il 17 Maggio 2024 - 11:20
mip-c covid

foto archivio ANSA

E’ stata chiamata MIP-C: si tratta di una malattia nuova, potenzialmente mortale e collegata al Covid-19, perchè può svilupparsi in persone infettate dal virus SarsCoV2. A scoprirla un team di ricercatori internazionali guidato dall’Università della California e dal Dipartimento di Reumatologia dell’Università di Leeds, con il coordinamento di Dennis McGonagle dell’università inglese. Lo studio è pubblicato sulla rivista eBioMedicine, del gruppo Lancet. Su 60 casi presi in considerazione nella ricerca, si sono registrati 8 decessi.

Cos’è la Mip-C

La MIP-C (autoimmunità MDA5 e polmonite interstiziale contemporanea con Covid-19) appare simile ad un’altra malattia autoimmune, la dermatomiosite anti-MDA5 positiva, che può portare fino ad una malattia polmonare interstiziale, con cicatrici polmonari, a rapida progressione e potenzialmente mortale. Questa patologia rara è causata da anticorpi che attaccano l’enzima MDA5, a sua volta in grado di rilevare il SarsCoV2. In Gran Bretagna si è rilevato un aumento dei casi di dermatomiosite anti-MDA5 positiva ed i ricercatori hanno collegato la nuova sindrome al Covid-19. Gli autori dello studio ritengono infatti che l’ aver contratto il Covid-19, anche in forma lieve, possa indurre nel paziente una diversa forma di dermatomiosite anti-MDA5 positiva, ovvero la MIP-C. La dermatomiosite anti-MDA5 era già nota, mentre la MIP-C, secondo i ricercatori, si differenzia per il tasso di progressione e la mortalità. La MIP-C, sempre secondo il team di ricerca, si sarebbe diffusa anche fuori dal Regno Unito ma al momento non sono disponibili ulteriori dati.

“Nessun allarme”

Una nuova patologia grave collegata al Covid, dunque, ma al momento “non c’è alcun allarme”, afferma all’ANSA Massimo Andreoni, direttore scirntifico della Società italiana di malattie infettive e professore emerito di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma. Quello che è successo, chiarisce, è che “nel Regno Unito si è visto che in soggetti che erano stati infettati dal virus SarsCoV2 del Covid-19 erano presenti degli autoanticorpi diretti verso tessuti dell’organismo e correlati con alcune malattie come, appunto, la dermatomiosite e la fibrosi, cioè malattie autoimmuni. Ciò ha portato i ricercatori a concludere che il virus SarsCoV2 possa innescare queste patologie autoimmuni”. In particolare, sottolinea, “la MIP-C è una nuova variante di malattia autoimmune, simile alla dermatomiosite, che verrebbe innescata proprio dall’infezione da virus SarsCoV2 precedentemente contratta. In questa variante si è riscontrato un tasso di letalità abbastanza elevato”. La scoperta, rileva l’esperto, è stata possibile proprio grazie ai “tantissimi studi fatti sul virus SarsCoV2, perchè come non mai questo virus è stato al centro della ricerca medica”.

Questo studio inglese è tuttavia, avverte, “uno studio iniziale e va precisato che la nuova malattia sembrerebbe essere limitata e non diffusiva. Si manifesta comunque nel giro di pochi mesi dall’infezione da SarsCoV2 e sembrerebbe avere interessato un numero ridotto di persone”. Dunque, conclude Andreoni, “non c’è al momento alcun allarme, anche se la situazione è da monitorare e studiare e servono ulteriori dati”.