Obbligo vaccini, Corte costituzionale: “Non è irragionevole”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Gennaio 2018 - 20:13 OLTRE 6 MESI FA
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Obbligo vaccini, Corte costituzionale: “Non è irragionevole”

ROMA – L’obbligo dei vaccini sancito dal decreto Lorenzin non è irragionevole. I giudici della Corte Costituzionale hanno bocciato il ricorso della Regione Veneto sull’obbligatorietà di vaccinazione per l’iscrizione a scuola sottolineando che nell’attuale contesto e allo stato delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche, il legislatore “ha ritenuto di dover rafforzare la cogenza degli strumenti della profilassi vaccinale”.

I giudici nelle motivazioni della sentenza depositata il 21 novembre 2017 spiegano che al mutamento delle condizioni, nulla esclude che la scelta possa essere rivalutata e riconsiderata, riporta l’Ansa:

“La scelta del legislatore statale non può essere censurata sul piano della ragionevolezza per aver indebitamente e sproporzionatamente sacrificato la libera autodeterminazione individuale in vista della tutela degli altri beni costituzionali coinvolti.

Il legislatore intervenendo in una situazione in cui lo strumento della persuasione appariva carente sul piano della efficacia, ha reso obbligatorie dieci vaccinazioni: meglio, ha riconfermato e rafforzato l’obbligo, mai formalmente abrogato, per le quattro vaccinazioni già previste dalle leggi dello Stato, e l’ha introdotto per altre sei vaccinazioni che già erano tutte offerte alla popolazione come ‘raccomandate'”.

I giudici della Corte costituzionale hanno poi sottolineato che il vincolo giuridico si è fatto più stringente:

“Indubbiamente il vincolo giuridico si è fatto più stringente: ciò che in precedenza era raccomandato, oggi è divenuto obbligatorio. Ma nel valutare l’intensità di tale cambiamento, occorre tenere presenti due ordini di considerazioni. Il primo è che nella pratica medico-sanitaria la distanza tra raccomandazione e obbligo è assai minore di quella che separa i due concetti nei rapporti giuridici, perché in ambito medico, raccomandare e prescrivere sono azioni percepite come egualmente doverose in vista di un determinato obiettivo”, tanto che, “anche nel regime previgente, le vaccinazioni non giuridicamente obbligatorie erano comunque proposte con l’autorevolezza propria del consiglio medico”.

Il secondo, “è che nel nuovo assetto normativo, basato sull’obbligatorietà (giuridica), il legislatore in sede di conversione ha ritenuto di dover preservare un adeguato spazio per un rapporto con i cittadini basato sull’informazione, sul confronto e sulla persuasione”.

In particolare, in caso di mancata osservanza dell’obbligo, la legge “prevede un procedimento volto in primo luogo a fornire ai genitori ulteriori informazioni sulle vaccinazioni e a sollecitarne l’effettuazione”. E a tale scopo il legislatore “ha inserito un apposito colloquio tra le autorità sanitarie e i genitori, istituendo un momento di incontro personale, strumento particolarmente favorevole alla comprensione reciproca, alla persuasione e all’adesione consapevole. Solo al termine di tale procedimento, e previa concessione di un adeguato termine, potranno essere inflitte le sanzioni amministrative previste, peraltro assai mitigate in seguito agli emendamenti introdotti in sede di conversione” della legge.