Cremona: bimbo di 9 anni violentato due volte da un maestro

Pubblicato il 13 Aprile 2011 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

CREMONA – Un bimbo egiziano di 9 anni sarebbe stato violentato da un maestro due volte, nella piscina di un Comune della provincia di Cremona. I suoi genitori hanno sporto denuncia sabato scorso ai carabinieri. L’esposto è all’attenzione della Procura della Repubblica di Cremona ed è stata aperta un’indagine, coordinata dalla procura dei minori di Brescia, dal comando provinciale e territoriale dei carabinieri di Cremona.

Per il momento l’unica cosa certa sono i referti di due ospedali: uno stilato da un nosocomio vicino al paese e l’altro rilasciato dalla clinica Mangiagalli di Milano, che certificano che la violenza sul bambino c’è stata. L’unico sospettato è un educatore di sostegno, operatore all’interno della scuola per conto di una cooperativa. L’uomo è anche amministratore presso un Comune del cremonese, incarico che martedì 12 aprile ha abbandonato dando le dimissioni accettate dal sindaco.

L’uomo, secondo le accuse,  avrebbe commesso gli abusi nei bagni della piscina durante i corsi di nuoto organizzati dall’istituto scolastico. Sabato mattina, tra le lacrime, il bimbo ha raccontato tutto alla mamma che si era accorta delle ferite nelle parti intime del piccolo. Ha detto di essere stato vittima per ben due volte (il 25 marzo e l’8 aprile) dell’abuso dell’educatore e di essere stato da lui stesso minacciato di non parlare altrimenti sarebbe stato ucciso.

Il bambino ha inoltre confessato di essere stato visto da almeno una maestra mentre subiva il secondo abuso, quello di venerdì scorso, il giorno prima della denuncia ai carabinieri. La maestra avrebbe allontanato in malo modo l’uomo e avrebbe soccorso il bambino. E’ un’altra circostanza tutta da verificare nell’ambito delle indagini che proseguono, come è comprensibile, nel massimo riserbo. Del caso si stanno occupando anche i servizi sociali comunali che da diversi anni hanno in carica la famiglia che usufruisce di agevolazioni e benefici sociali essendo un nucleo molto numeroso e con problemi economici.

”Negli ultimi tempi vedevamo il piccolo agitato e che andava a scuola malvolentieri, cosa mai successa prima – raccontano mamma e papà -. Sabato mattina abbiamo capito che cosa era successo. Il bambino si e’ messo subito a piangere disperatamente e all’inizio non voleva parlare, tremava, aveva paura. Perché  il maestro aveva minacciato di ucciderlo se avesse parlato e poi perché si vergognava. Poi si è lasciato andare e tra i singhiozzi ha raccontato i due episodi. Eravamo increduli, allibiti”. .