Bologna, pugno duro dell’Università: “Sostituiti ricercatori che protestano”

Pubblicato il 14 Settembre 2010 - 16:07 OLTRE 6 MESI FA

L’inizio delle lezioni all’Università si avvicina, i ricercatori però sono in sciopero contro i tagli della riforma Gelmini e l’Università di Bologna ha deciso di sostituirli: chi manifesta, chi si rifiuta di fare lezione per protesta, verrà sostituito, almeno per le materie più importanti. E i ricercatori in questione non ci stanno: “Ci rimpiazzano – dicono – è gravissimo”.

A dare la notizia del bando è il prorettore dell’Alma Mater, Gianluca Fiorentini, che ribadisce “solidarietà politica e umana” ai ricercatori in sciopero ma sottolinea la necessità dell’Università di assicurare le elezioni ai suoi studenti, proprio ora che si è a ridosso dell’inizio dell’anno accademico. “Abbiamo il dovere di dare continuità all’attività formativa – giustifica Fiorentini – un conto è se diminuisce la qualità della didattica, un conto è il blocco totale delle lezioni. Il danno, non solo d’immagine per l’Ateneo ma anche sociale per le famiglie e la collettività, è enorme. Non possiamo creare questo danno in un momento così difficile”.

Il Senato accademico all’unanimità ha quindi deciso di spedire ad ogni preside di Facoltà una lettera, che poi verrà girata ai ricercatori chiedendo se hanno intenzione di aderire al blocco della didattica o meno. La risposta dovrà arrivare entro venerdì alle 12 e chi non lo farà sarà considerato come non disponibile a fare lezione e quindi sostituito. Ogni facoltà poi spedirà i dati raccolti alla sede centrale che deciderà quanti e quali corsi coprire con bandi per docenti a contratto. I bandi saranno aperti a docenti interni ed esterni all’Alma Mater e saranno finanziati con fondi straordinari.