Chi impugna una pistola appare più alto e muscoloso

Pubblicato il 11 Aprile 2012 - 19:05 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Chi impugna una pistola viene percepito come piu' alto e muscoloso di quanto non sia nella realta'. A confermare quello che i criminali sapevano gia' da tempo, e' uno studio degli antropologi dell'universita' della California a Los Angeles pubblicato sulla rivista Plos One.

Questa percezione sarebbe il risultato di un meccanismo mentale ancestrale, che ci porta a prendere le misure del nostro avversario traducendo la grandezza della minaccia percepita nella grandezza fisica della persona che ci sta davanti. In particolare, ci porta a sopravvalutare altezza e muscolosita', due caratteristiche che anche gli animali osservano attentamente per valutare i loro nemici.

I ricercatori californiani sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto un'indagine su oltre mille persone reclutate tramite due siti online di annunci di lavoro. In un primo esperimento, gli antropologi hanno mostrato ad oltre 600 persone quattro fotografie che ritraggono delle mani maschili molto simili fra loro che impugnano una pistola, un trapano elettrico, una sega e una pistola a spruzzo per la vernice turapori: per ciascuna immagine hanno poi chiesto ai partecipanti di stimare la grandezza fisica dell'uomo cui appartiene la mano fotografata. Dalle risposte e' emerso che chi impugna una pistola viene considerato piu' alto e muscoloso degli altri, quasi il 20% in piu' rispetto a coloro che per esempio impugnano la pistola turapori (considerati i piu' piccoli e deboli). Lo stesso risultato e' stato ottenuto in un altro esperimento, condotto su oltre 500 persone, nel quale venivano mostrate le foto di mani maschili che impugnano un coltello da cucina, un pennello e una pistola ad acqua. Anche in questo caso l'oggetto piu' pericoloso, ovvero il coltello, e' stato associato a persone piu' grandi e robuste.

Lo studio fa parte di un progetto di ricerca piu' ampio finanziato dall'ufficio per la ricerca dell'aeronautica militare statunitense. L'obiettivo e' capire come le persone reagiscono in situazioni critiche davanti alla possibilita' di un conflitto violento. I risultati dello studio potranno per questo avere importanti implicazioni per forze dell'ordine, guardie carcerarie e militari.