Dei teschi scoperti in Caucaso riscrivono la storia dell’evoluzione umana

Pubblicato il 9 Settembre 2009 - 21:34| Aggiornato il 10 Settembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

skullLa visione convenzionale dell’evoluzione umana è stata messa in dubbio da una serie di scoperte paleontologiche che spiegherebbero un origine differente da quella che vede l’Africa come la culla del genere umano. Degli scienziati hanno infatti trovato una serie di antichi crani umani in un sito archeologico a due ore dalla capitale georgiana, Tbilisi, che anticipano la fase Eurasiatica nella lunga storia evolutiva dell’uomo.

I crani le mandibole e i frammenti delle ossa degli arti suggeriscono che i nostri antichi antenati sono migrati dall’Africa molto prima di quanto si pensasse in precedenza per evolversi in Eurasia e per poi tornare nuovamente in Africa. Gli esperti ritengono che le ossa fossili rinvenute presso il villaggio medievale di Dmanisi, ai piedi del Caucaso, sono di circa 1,8 milioni di anni fa: si tratta dei resti umani più antichi mai ritrovati al di fuori dell’Africa.

La cosa più interessante che i ricercatori hanno riscontrato è che questi primi uomini erano molto più primitivi fisicamente dell’Homo erectus: il popolo di Dmanisi aveva infatti un cervello che era di dimensioni inferiori del 40% a quello dell’Homo erectus; questi primi uomini preistorici inoltre, erano molto più bassi di statura.

A parlare e il professor David Lordkipanidze, direttore generale del Museo Nazionale della Georgia: «Prima dei nostri risultati, l’opinione prevalente era che l’uomo era venuto dall’Africa quasi 1 milione di anni fa e che utilizzava utensili sofisticati fatti di pietra.  Aveva inoltre un’anatomia del corpo molto avanzata sia in termini di cervello sia di proporzioni degli arti».

Continua il professore: «Gli ominidi di Dmanisi sono i rappresentanti più antichi del nostro genere e al di fuori dell’Africa rappresentano la popolazione più primitiva della specie Homo erectus fino ad oggi. Essi potrebbero essere ancestrali a tutte le popolazioni dei primi uomini, il che suggerirebbe un origine eurasiatica dell’ Homo erectus».

Parlando nel corso del Festival della Scienza a Guildforddove in Gran Bretagna, il professor Lordkipanidze ha sollevato la prospettiva che l’Homo erectus si sia evoluto in Eurasia per poi migrare in Africa e dare origine alla specie dell’Homo sapiens, l’uomo moderno: «L’idea che l’Homo erectus avesse avuto una origine in un posto che non fosse l’Africa, fino a pochi anni fa era impensabile, ma ora con questa scoperta non lo è più».

Gli scienziati hanno scoperto in tutto cinque teschi e una mascella. Sembra chiaro il fatto che questi uomini primitivi avessero un cervello di quasi un terzo più piccolo delle dimensioni attuali degli esseri umani ed anche un corpo più minuto: «Sono piccoli fisicamente. Il carico degli arti inferiori è molto simile a quello degli umani, ma gli arti superiori sono ancora piuttosto arcaici; inoltre utilizzavano strumenti di pietra molto primitivi». Il professor Lordkipanidze spiega come «la capacità del cervello di questi ominidi è di circa 600 centimetri cubici. L’opinione prevalente prima di questa scoperta era che l’uomo primitivo avesse una dimensione del cervello di circa 1.000 centimetri cubici. malgrado ciò, sono stati i responsabili della creazione di sofisticati strumenti che dimostrano elevate competenze sia sociali sia cognitive».

Il direttore generale del Museo Nazionale della Georgia cita un esempio: «Uno dei cinque teschi è di una persona che aveva perso tutti i denti durante la vita, ma che era sopravvissuto ancora per molti anni completamente sdentato. Questo suggerisce l’esistenza di un qualche tipo di organizzazione sociale basata sulla reciproca cura».