“Il 17 marzo costa troppo alle imprese”, gli industriali bolognesi contro il 150esimo dell’Unità d’Italia
BOLOGNA- Il 17 marzo tenere fermi i dipendenti per la festa del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia costa troppo alle imprese. Il perché lo spiegano gli industriali bolognesi al Corriere della Sera: impiegati e operai vanno pagati lo stesso, ma non lavoreranno.
La scelta dello Stato in tempi di crisi alle aziende sembra proprio una scelta azzardata perché la festa diventerà un peso: « Sulle imprese ricadrà completamente l’onere economico della festa», dice Maurizio Marchesini, 56 anni, presidente di Unindustria (nata tre anni a Bologna dalla fusione di Confindustria e Api, l’associazione delle piccole e medie imprese, con 2000 duemila imprese e centomila dipendenti).
Secondo il suo allarme andrà pressoché così: le imprese perdono due giorni di produzione e c’è anche stimato «un incremento del costo del lavoro non inferiore allo 0,5 per cento su base annua».
In realtà dal governo il messaggio è chiaro, si parla di «al trattamento economico da corrispondere ai lavoratori dipendenti e alle sanzioni pecuniarie in caso di inosservanza».
Gli industriali propongono la loro soluzione: «Si potrebbe prendere in considerazione — afferma il presidente di Unindustria— un eventuale assorbimento della retribuzione già dovuta per il 4 novembre in quella che verrà erogata dalle aziende per il 17 marzo».