Milano: in carcere per truffa il direttore della Croce di San Carlo

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA

I militari della Guardia di Finanza di Milano questa mattina hanno arrestato Massimo Zuccotti, presidente della ‘Croce San Carlo di Milano’, con l’accusa di truffa aggravata: avrebbe percepito fondi pubblici facendo figurare l’associazione stessa come onlus nonostante venisse gestita, secondo le indagini, come una vera e propria impresa privata.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Vanore su richiesta del pm Letizia Mannella. Secondo le indagini, il presidente della Croce San Carlo, che svolge servizio per il 118 e anche per i privati mettendo a disposizione le proprie ambulanze, avrebbe percepito a partire dal 2005 e per cinque anni, 2 milioni e 600 mila euro, di cui 400 mila a fondo perduto in quanto organizzazione non a scopo di lucro. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno appurato che in realtà l’associazione era gestita in modo manageriale dal presidente Zuccotti e dai suoi familiari.

Inoltre, da quanto è emerso, i presunti volontari che prestano e hanno prestato servizio in realtà sarebbero stati dipendenti e per giunta pagati in nero. La GdF sta effettuando una serie di perquisizioni.

Il Gip: non è una onlus ma una fonte di lucro illecito. E’ un’associazione di volontariato dove la “prassi del lavoro irregolare, realizzata in modo sistematico e consolidato” ha “snaturato radicalmente l’ente, facendolo assurgere a schermo per finalità lucrative personali illecite”. E’ il quadro descritto dal gip di Milano Giuseppe Vanore nel provvedimento di arresto di Massimo Zuccotti.

Nell’ordinanza, viene descritta un’associazione nata, secondo lo statuto, “per volontà di un gruppo di cittadini milanesi che desideravano essere d’aiuto a tutti coloro che sono bisognosi di soccorso e di assistenza” ma che in realtà sarebbe stata “deputata al conseguimento di profitti della famiglia Zuccotti” attraverso una serie di irregolarità, tra cui quella di servirsi di personale, sulla carta volontario, ma invece “impiegato con una retribuzione” di 3,5 euro all’ora. Retribuzione versata a circa 20-25 persone dei 100 indicati ufficialmente nell’elenco dei volontari “rigorosamente in nero, a fronte della sottoscrizione di un foglio nel quale veniva attestata la corresponsione a titolo di rimborso spese”.

L’indagine per la quale Zuccotti e la cognata sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato per aver percepito indebitamente fondi pubblici, è nata da un esposto presentato lo scorso agosto da un ex volontario. L’uomo, che dal 2000 al 2003 aveva prestato servizio come volontario sulle ambulanze della Croce San Carlo, a febbraio dell’anno scorso aveva anche presentato una denuncia alla Gdf di Lodi per una presunta truffa messa in atto nei suoi confronti da Zuccotti e dai suoi familiari con al centro la cessione dell’associazione, nonostante sia una Onlus, per la quale avrebbe sborsato con assegni bancari circa 170 mila euro.

Un testimone: volontari incapaci. Secondo un teste i volontari del San Carlo “non sarebbero stati in grado di svolgere interventi neppure basilari di soccorso (come rianimazioni e medicazioni) per non essere stati formati ne’ aggiornati” e c’erano “pazienti dializzati che, in conformità alle convenzioni e alle autorizzazioni, sarebbero dovuti essere trasportati con ambulanze, mentre venivano accompagnati con auto mediche”.

Il gip, che ha disposto l’rodinanza di custodia cautelare per Zuccotti, ha invece respinto la richiesta di arresti per sua cognata, Giovanna Cossu, membra dell’associazione. Formalmente quest’ultima era un ente volontario di pubblica assistenza, e come tale destinatario di profitti pubblici, erogati dalla Provincia di Milano, dalle aziende sanitarie locali e dalle aziende ospedaliere Niguarda Ca’ Granda di Milano e Bolognini di Seriate (Bergamo). In realta’, secondo la Procura, si sarebbe trattato di ente con “finalita’ lucrative personali illecite”.

L’inchiesta nasce con l’esposto presentato il 13 agosto 2009 alla Asl di Milano da un volontario il quale, descrivendo “la gestione familistica” dell’associazione di cui Zuccotti era il perno, racconta – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuseppe Vanore – di “innumerevoli violazioni delle sottoscrizioni con gli enti pubblici, riconducibili principalmente all’omessa manutenzione dei mezzi in dotazione, all’assenza di corsi di formazione in capo ai volontari, agli omessi controlli periodici sulle loro condizioni fisiche”. Il volontario parla di un “sottobosco di rapporti lavorativi veri e propri tra la Croce San Carlo e gli apparenti volontari, con ritmi lavorativi serrati e pagamenti forfettari su base oraria, fuori da qualsiasi regolamentazione”. I ‘finti’ volontari (inizialmente 200, poi ridottisi a una cinquantina), stando a quanto emerso dalle indagini, avrebbero guadagnato fino a 800 euro al mese, superando di gran lunga il turno di lavoro previsto dalla legge (40 ore),a volte anche fermandosi a dormire nella sede della Croce San Carlo, attiva dal 1995.